1. Alla giovane cagnetta piace l'osso


    Data: 02/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    ... grazie al suo costumino aderente, che aveva un culetto fantastico: sodo e un po' a mandolino, come piacciono a me.
    
    Di nuovo il mio amico si agitò e corse il rischio di fare capolino dal bordo del costume cosìcché, non nonchalance, mi misi sopra l'asciugamano e mi ributtai nella lettura. Di nuovo mi ripassò davanti ed io feci finta di niente. Si tuffò in acqua, si affacciò proprio alla mia altezza e tornò dentro. Ne uscì e si sdraiò ad asciugarsi al sole a due passi da me (con tanto spazio che c'era!). Ancora mi passò davanti. Io credo di non essere riuscito a leggere più di tre righe. A quel punto lo guardai, quasi mostrandomi infastidito perché non volevo cedere alle mie pulsioni primordiali ma un suo sorriso mi smontò. Era così dolce!
    
    "Come mai sta così solo qui in piscina?"
    
    "Non mi piace il mare", mentii. "E poi non sono solo, a quanto pare. Ci sei anche tu".
    
    "Già. E' che non mi andava di stare con i miei in spiaggia e... sono venuto a cercarla".
    
    Sfrontato, il ragazzo! Ma che voleva da me?
    
    "Cercare me!? E' mezz'ora che mi stai scodinzolando intorno. Perché?"
    
    "Perché lei mi piace" e mi sorrise. Accidenti che sincerità diretta!
    
    Ovviamente lo avevo già capito. Mi tolsi l'asciugamano dal ventre, mi strinsi il pacco e dissi "Vuoi leccarmi l'osso?"
    
    "Si, vado matto per certi ossi polposi" e si mordicchiò le labbra carnose.
    
    Era troppo! Il ragazzo non era poi così innocente. Io rimasi in tema.
    
    "Guarda che se insisti io ti porto in camera e ti monto ...
    ... come una cagna".
    
    "Quanto mi piacerebbe!"
    
    Mi alzai di scatto. "Bene. Allora seguimi" e mi avviai verso l'albergo con lui dietro, proprio come un cagnolino. Non una parola nell'atrio, non una parola nell'ascensore, non una parola nel corridoio. Aperta la porta, lo spinsi dentro e la richiusi a chiave. Lo presi per le spalle e lo spinsi verso il muro. Gli fui addosso e gli ficcai la lingua in bocca. La accolse senza protestare, anzi, dal suo gemito capii che gradiva. Gliela rigirai dentro voracemente e gliela spinsi fino in gola. Lui cercava di rispondere agitando la sua piccola linguetta umida. Le nostre salive si unirono. Gli tenevo le chiappette con le mani, sollevato, schiacciandolo tra il muro ed il mio corpo, facendogli sentire bene il mio manganello sempre più duro.
    
    Quando mi staccai da quella dolce bocca gli dissi: "E' questo quello che vuoi?" e spinsi in avanti il bacino per fargli capire di cosa parlavo.
    
    Avevamo i visi a pochi centimetri. Lui stava con gli occhi chiusi, ancora nell'estasi del bacio. Li aprì facendomi rabbrividire per la loro bellezza ma in quel momento erano anche pieni di libidine.
    
    "Si e lo voglio dentro. Voglio essere scopato con tutta la forza che ha".
    
    "Ti sfonderò, puoi starne certa, piccola troia".
    
    A quel punto ero infoiato al massimo. Feci scattare l'animale che era in me e lo gettai sul letto. Lo liberai del costume e, in un attimo, anche la mia bestia poté prendere aria, protesa in avanti dritta come un siluro. Mi sdraiai ...