Hostel
Data: 06/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: E-goldman
Avevo deciso una settimana prima di andare a passare i miei tre giorni di ponte a Cracovia. Inizialmente sarei dovuto andare con il mio coinquilino ma, mentre stavo per prenotare l'ostello, lui ha deciso di andare invece a trovare i suoi genitori. Avevo quindi davanti tre giorni da solo a Cracovia. Il primo giorno arrivai nel primo pomeriggio e, dopo una breve visita del centro storico mi diressi verso il mio ostello. Quella sera feci amicizia con un piccolo di spagnoli e portoghesi, che erano a Cracovia già da alcuni giorni. Mentre chiaccheravo con i miei nuovi amici, mescolando le nostre lingue madri con l'inglese, non potei fare a meno di notare la bellissima ragazza, dai capelli riccissimi tinti di blu che più volte attraversò la stanza nella direzione della reception, disse qualcosa alla receptionist, per poi tornare a passo svelto nella sua camerata. Era una camera da 4, in cui non conoscevo nessuno. La seconda sera, mentre, dopo aver visitato Auschwitz con i miei nuovi amici, ero di nuovo a chiacchierare con loro nella hall, la bella ragazza dai cappelli blu, soprannominata ora dai miei amici "la Hada Azul" (ossia "la Fata Turchina"), attraversò di nuovo più volte la hall, per poi tornare nella sua camera. Alla fine della serata eravamo rimasti solo io e Juan, e gli parlai di quanto trovassi attraente la Hada Azul. Lui, forte del sentirsi amico della receptionist, andò da lei e le chiese informazioni riguardo alla Hada. Lei spiegò che era una studentessa greca, che ...
... studiava fotografia in Inghilterra e che, quando non era in giro a cercare scorci interessanti era in camera a dedicarsi all'editing. Era registrata con il nome di Kalliopi e aveva un anno più di me. I miei amici iberici partirono la mattina dopo. Quella sera cenai da solo in ostello con patatine fritte, prese dal kebabbaro di fronte, pomodorini e mais. Mentre mangiavo entrò nella cucina Kalliopi, con una busta del supermercato. Estrasse delle focacce al formaggio, dell'insalata e due Tennent's. "Can I sit here?" chiese, indicando la sedia di fronte alla mia. Alla mia risposta affermativa si sedette mi offrì una birra. Le chiesi della sua vita e dei suoi studi. Parlammo a lungo, e lei si dimostrò una ragazza molto intelligente, forte, ribelle e anche un po' bastarda. Alla fine del pasto colsi la palla al balzo e la invitai a un pub dove avevo visto che, quel giorno, chiunque prendesse una birra aveva uno shot di vodka polacca in omaggio. Io offrii il primo giro, lei il secondo e io il terzo. Il volume della musica saliva, e i nostri volti dovevano essere sempre più vicini per sentirci. Quando la distanza si ridusse a un paio di centimetri, lei osò fare ciò che io non avevo il coraggio di fare e portò le sue labbra a toccare le mie. Ne seguì un lungo e passionale bacio. Tornammo poi all'ostello, mano nella mano. In cucina non c'era nessuno, quindi ricominciamo a baciarci, facendoci scorrere vicendevolmente le mani sulla schiena e sui fianchi, fino alle natiche. "Peccato che non ...