Secrezioni: "Candidamente tua"
Data: 06/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: renart
... l’ha detto questo, la santarellina? Ti ha solo parlato dello schiaffo che le ho dato? Che sono un violento, un ubriacone, un depravato? Non ti ha detto nulla delle sue sedute a pecorina dal Viscido?” “Smettila, smettila, smettila!”, urlò spingendomi con entrambe le mani, “Veronica meritava quel posto, è preparatissima e lo sai bene. Anche se non ci fosse stato Rosario, avrebbe vinto lo stesso quel concorso. Quanto a Rosario, lo conosco da una vita, è di un’onestà dichiarata, di una moralità cristallina, non avrebbe nemmeno pensato ciò di cui lo stai accusando. Devi solo vergognarti. La tua mente è malata, perversa, pensi solo al sesso. Hai pensieri malati, da maniaco, sporchi come la tua anima”. Risi sonoramente. “Come suona male la realtà quando non ci si ha dimestichezza, vero? Come sono più confortanti le menzogne e le ipocrisie. Io sono sporco, la mia anima è sporca, mentre la tua e quella di tua figlia sono immacolate, vero? L’anima di tua figlia è sporca quanto la mia, se lo vuoi sapere, e le piace il cazzo e farsi fottere esattamente come a me piace la fica e fottere. Sarà per questo che stiamo insieme, non ci hai pensato? E per te è lo stesso, solo che tu, a differenza nostra, reprimi... ed effettivamente, visto l’uomo che ti sei scelto, non puoi fare altro”, affondai il colpo malignamente. “Che vuoi dire, stronzo”, gracchiò rossa in viso. “Ah-ah, vedo che ci siamo sciolte, eh”, dissi avvicinandomi di nuovo e braccandola contro il tavolo. “Me l’hai strappato di ...
... bocca, scusami”, rispose cercando di svicolare e riprendersi il ruolo da gran signora, “È che sei senza rispetto, mi irriti”. “Ti irrita parlare di sesso? Anche Veronica ha la stessa reazione quando se ne parla in toni espliciti, prevale in lei il pudore della gatta morta, ma il cazzo si accaparra gran parte dei suoi pensieri, puoi giocarci la borsa e le scarpe su questo. Le piace il cazzo, eccome se le piace”, e mi avvicinai di un altro passo fino a sfiorarle la gonna col pacco che gonfiava i bermuda, “e piace anche a te”, aggiunsi in un rantolo. “Sei ubriaco, meglio che vada via”, disse spingendomi ancora. Stavolta non indietreggiai di un millimetro. Braccata, Linda reagì con calma e tenne botta. “Forse non ci piace il modo con cui parli di certe cose, non t’è mai venuto in mente? Sei morboso, volgare, osceno...” “Mentre Massimo com’è, eh?”, le sussurrai alitandole sul collo, mentre la mano già si infilava sotto alla gonna in cerca delle mutandine. Che non trovai. Il sesso era nudo, al tatto individuai una striscia di pelo che solcava nel mezzo il Monte di Venere, sotto le labbra glabre e aperte, bagnate come un fiore sotto la pioggia. “Uh-uuuh”, uggiolai, “nemmeno tua figlia, con tutta la sua troiaggine a rimorchio, è mai arrivata a tanto”. Risi di gusto e le infilai dentro un dito, che affondò come in un vasetto di miele lasciato al sole. La situazione, per lei decisamente imbarazzante, ne inibì la reazione, così invece di protestare e fare di tutto per liberarsi, tentò una ...