1. Secrezioni: "Candidamente tua"


    Data: 06/03/2018, Categorie: Etero Autore: renart

    ... hai, come tutti?” “Perché non mi modulo sulla stessa frequenza d’onda?”, sbottai imbufalito, “Ma come diamine parli? Da dove tiri un’espressione così priva di senso? E, soprattutto, come fai ad adottare sempre il punto di vista dello struzzo, a guardare le cose e a volerle giudicare sempre con la testa sotto alla realtà? Mi stai dicendo che Veronica è avviata sulla retta via e che io le sono a rimorchio, la palla d’acciaio legata alla sua caviglia? Veronica ha vinto un concorso pubblico di un certo rilievo? Certo, come no” – sorrisi amaro cercando di calmarmi. “Ripeto, voglio solo che entrambi vi diate una calmata e insieme cerchiate di sistemarvi. Cosa aspettate, dico, a mettere la testa a posto e ad essere affidabili l’uno per l’altra? Ma soprattutto tu, te lo dico da mamma, devi darti una mossa, cambiare per il bene tuo e di Veronica, cercare di essere più pratico, serio... sì, insomma, affidabile”. “Affidabile come tuo marito?”, risi sarcastico. “Cosa c’entra Massimo, adesso?”, si irrigidì, poi riprese subito il controllo, “A parte che stiamo parlando di un uomo maturo, che ha il doppio dei tuoi anni, per cui dovresti portargli rispetto a prescindere, Massimo è un monumento alla serietà e all’affidabilità, uno che si è dato da fare da subito, che ha studiato e lavorato sodo senza avere grilli per la testa o velleità di vario tipo, che con l’impegno e la pervicacia è arrivato ai vertici di un’azienda importantissima, che ha cresciuto tre figli e accudito fino alla fine ...
    ... la moglie, fino a quando il cancro non se l’è presa, povera Chiara, e che altrettanto fa adesso con me e Veronica, si prende cura di noi, lo trovi sempre vicino quando hai bisogno, perciò sciacquati la bocca quando parli di lui, intesi? Massimo è il tipo d’uomo di cui ha bisogno ogni donna. Veronica compresa” – le ultime due parole furono sputate velenosamente, con cattiveria malcelata. “Come no”, commentai acido, umiliato dal paragone con Massimo, “il tipo d’uomo come Rosario, vero?, il grande psichiatra altrimenti noto con l’epiteto Il Viscido, non per altro caro amico di Massimo e del tuo defunto marito” – sapevo di giocare sporco nominando il padre di Veronica, ma ero troppo incazzato e l’alcol e l’ira mi facevano straparlare – “L’amico di famiglia che al momento di bandire un concorso pubblico all’Asl, si è ricordato della figlia del suo vecchio amico tragicamente scomparso, tu hai anche il coraggio di venirmi a parlare di lavoro, onestà, sacrificio, retta via e altre stronzate? La realtà è che tua figlia ha vinto un concorso volgarmente truccato ed è riconoscente al suo mentore facendosi chiavare prona a quattro zampe sul lettino nel suo studio. Ma di che stiamo parlando?!” Linda si coprì il volto con le mani, scosse il capo più volte, mi implorò di smetterla, ma oramai ero in pieno delirio, completamente fuori controllo. Mi alzai e mi avvicinai a lei, le afferrai i polsi e le piantai gli occhi spiritati nei suoi spaesati. Poi proseguii, con la bava alla bocca: “ Non te ...
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