1. Secrezioni: "Candidamente tua"


    Data: 06/03/2018, Categorie: Etero Autore: renart

    ... contro cui premeva la macchia scura del pelo, il ventre lievemente arrotondato, i seni nudi, alti, sodi, puntuti, il collo e infine la testa col suo cesto di riccioli dorati. A bocca aperta come un demente, sigaretta in una mano, bicchiere di Or de Jean Martell nell’altra, la vidi genuflettersi fra le mie cosce, tirare giù la lampo e stringere tra le lunghe dita il cazzo già infoiato, massaggiarne per un po’ l’estremità col pollice, titillarne la cappella con la sola punta della lingua, usandola a mo’ di miretta per ridefinirne i contorni gonfi, avvertii il tremore della carne e netta la sensazione dell’orgasmo incipiente, immediatamente percepito da Veronica stessa che si affrettò a ingoiare e succhiare, dettando il ritmo della fellatio con decise strizzate ai coglioni, pesantemente accoccolati nel palmo dell’altra mano, fin quando, ruggendo, non eiaculo l’eiaculabile nell’antro profondo della sua bocca, le cui labbra rimangono serrate ermeticamente al membro palpitante vuotandolo fino all’ultima goccia. Poi si tirò su, mi prese la mano esortandomi ad alzarmi – operazione che eseguii con qualche difficoltà, stordito com’ero da quel pompino d’accademia – e seguii come un automa il suo culo spettacolare, magnificamente ondeggiante sulle gambe tornite accarezzate dalla luna argentata, rotondità di carne senza cedimento alcuno ma sode come succosi frutti maturi. Ci baciammo avidamente sul bordo della piscina, baci violenti, fragorosi come scrosci di pioggia, lingue morse, ...
    ... succhiate, ferite, mentre mi liberavo dei vestiti e lei del perizoma e delle scarpe, e entravamo nell’acqua riscaldata, sedendoci sui gradini nell’angolo idromassaggio, le bolle calde che pungolavano i nostri corpi tesi. Veronica si accoccolò sulle mie gambe stese, il membro di nuovo duro che raspava fra il suo pelo folto, il collo stretto fra le sue braccia, la bocca che smise di baciarmi e mi sussurrò all’orecchio Sei stato bravo, stasera. Eccoti la ricompensa, e subito dopo si voltò, infilò una mano fra le cosce e afferrò il cazzo appuntandolo contro l’ano, poi si calò lentamente manovrandolo come una cloche, trovò l’angolazione buona e forzò l’elastico inglobando il glande. Nei secondi di immobilismo che seguirono assaporai tutta l’intensità di una scarica elettrica che dalla punta del cazzo arrivava a sferzami la radice dei capelli. Trattenni il respiro, contrassi l’addome per ricacciare nei visceri l’impulso ad esplodere di nuovo, e mi concentrai su un piccolo neo della schiena di Veronica, poggiato sulla seconda vertebra come una mosca assassina. Dopo fu la volta della cappella intera, quindi tre dita di carne furono dentro. Mi pareva si sentire l’elastico cedere, microlesionarsi, mentre, mugolando roca, Veronica continuava a calare il culo sul palo fino ad incollare le chiappe al mio ventre. Ci mordemmo entrambi le labbra per non urlare. Scopammo così, immobili, il cazzo piantato nel suo intestino, le sue mani che frenetiche sgrillettavano il clitoride, i respiri sempre più ...
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