Secrezioni: "Candidamente tua"
Data: 06/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: renart
... affannosi, fin quando gli spasmi del suo orgasmo impetuoso non contrassero gli sfinteri che presero a succhiarmi letteralmente l’uccello, facendomi esplodere. Al di là del dopocena, che rese quella serata dai coniugi De Rosa memorabile, comunque non si può dire che feci grande impressione. L’antipatia e l’inconciliabile diversità ideologica tra me e Massimo furono chiare ed evidenti fin dalle prime battute, aleggiarono sulla tavola minacciose come nuvole grigiotopo che promettevano tempesta da un momento all’altro, e non vennero a galla solo grazie ad una escatologica visione a luci rosse del mio destino prossimo futuro in virtù della quale tenni la bocca chiusa per quasi tutto il tempo, dandomi licenza di intervenire soltanto su futilità o per rispondere a domande dirette, ma sempre se esse rimanevano fuori dalla zona rossa perimetrata da Veronica. Tuttavia, tra me e Linda corse subito una strana energia, fin dalla stretta di mano sul patio, e non solo a causa mia, che registrai immediatamente i punti di forza di quel corpo che sembrava venir fuori dai pensieri più lubrici del giovane adulto medio, cresciuto a suon di commedia erotica anni ’70, ma anche lei ci mise del suo, con lo sguardo altrettanto standardizzato della maliarda che adocchia e annusa la presenza ormonale della carne fresca e che, rotta la crosta delle norme civili e religiose, cederebbe, sebbene dopo strenua resistenza, alle lusinghe del novello Edipo. Non ci eravamo simpatici, su questo nulla da obiettare ...
... – io odio ancora i suoi modi affettati da parvenu cattoborghese, tutta presa dalla forma e dal decoro di facciata; lei di me ha sempre disapprovato quasi tutto, schifa il mio modo di vivere, mi ritiene un mollaccione, un ozioso privo di ambizioni e, nel complesso, una persona negativa per la figlia, destinata, al contrario, a radiosi orizzonti e che io invece offusco col mio squallore fuligginoso e dilagante – ma Linda in un certo qual modo, ad una certa profondità del suo essere, avevo la sensazione che fosse attratta da quell’ologramma del suo antico amore che mio malgrado finivo per incarnare e che lei, per capriccioso e imponderabile schiribizzo della mente, arricchiva di tutti quegli ingredienti che allo strato superficiale dell’etica comportamentale ripugnava e rubricava come selvatici e immorali, ma che nell’alcova protetta della propria immaginazione trasformava in carne e sangue e istinto e desiderio che la facevano vibrare e tremare come una corda di violino, sprofondandola nel disagio più colpevole allorché si sorprendeva a galleggiare in questa nebulosa di languidi pensieri in mia presenza, come se questi pensieri potessi leggerli attraverso la sua mente di colpo trasparente. La sensazione divenne sempre più certezza nei mesi e negli anni che seguirono quel primo incontro. Più di una volta, specie al mare, quando ci ospitava nella sua magione a Palinuro – o, per meglio dire, nella magione di Massimo – l’ho sorpresa a fissarmi di sbieco e, immaginandomi distratto, ...