1. Giochi alla scuola superiore


    Data: 06/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Dolcenera76va

    Questa storia è veramente successa. E’ successa quando andavo alle superiori. Frequentavo un istituto tecnico in una classe che per la maggior parte era formata da ragazzi.
    
    Non avevo nessun problema con i miei compagni. Ero ben inserito e si era formato un bel gruppo.
    
    Sapevo già che mi piacevano i ragazzi per cui quando eravamo in palestra per cambiarci era un continuo sbirciare i miei compagni che si cambiavano.
    
    Tra tutti c’era Francesco, tipico bulletto che si divertiva a fare scherzi a tutti. Alto più o meno come me, era fisicamente messo bene con un corpicino niente male completamente glabro con un solo ciuffo di peli neri sopra il cazzo. Non giocava mai a calcetto con noi perché era completamente negato e per ovviare a questa situazione era diventato arbitro di calcio.
    
    Lui era uno di quelli che tutte le volte che c’era educazione fisica si spogliava completamente nudo negli spogliatoi, indossando un costume da bagno al posto dei boxer o degli slip.
    
    Aveva un cazzo stupendo, molto lungo ancora molle. Moltissime volte mi immaginavo di essere inginocchiato davanti al suo cazzo intento a fargli un bel pompino.
    
    Purtroppo quando si era negli spogliatoi, Francesco si divertiva nei suoi scherzi più atroci, lanciando addosso ai compagni le sue calze o i suoi slip.
    
    Una volta lanciò gli slip addosso a Mauro, che era seduto di fianco a me. Mauro però anticipò il lancio e si spostò. Francesco quindi venne vicino a me per recuperare i suoi slip. Mi fisso per un ...
    ... momento, e si accorse che ero “distratto” dal quel suo coso penzolante molto vicino a me.
    
    Non mi disse nulla, si vesti e andammo in palestra. Qui si mise vicino a me a fare gli esercizi e mentre facevamo gli esercizi a coppie mi disse “Tu non me la racconti giusta” risposi “riguardo a cosa?” abbastanza titubante anche se nella mia mente già mi immaginavo il motivo e avevo una paura fottuta che dicesse qualcosa anche agli altri. “Te lo dico dopo, tanto ti porto a casa in scooter oggi”.
    
    La giornata scolastica fini tranquillamente e all’uscita lo segui al parcheggio dei motorini, mi diede il casco e partimmo verso casa.
    
    Ero un po’ preoccupato perché non sapevo cosa aspettarmi da lui.
    
    Poco prima di accendere lo scooter gli chiesi “Cosa volevi dirmi? “ ma lui mi rispose che non era il momento giusto per parlarne.
    
    Arrivammo sotto casa mia, lo salutai e lui mi disse fermandomi per un braccio “ Ho notato sai…, sei l’unico che quando lancio gli slip per scherzare, tu invece di vedere verso chi gli lancio, mi guardi il cazzo!” Negai “ma no cosa dici?”, riprese lui “Dai Walter, è evidente e poi la cosa non mi dispiace affatto!”.
    
    Rimasi senza parole e arrosii in volto. Con l’incoscienza di un sedicenne gli dissi “vuoi salire?” Lui annui, lasciammo lo scooter in garage e salimmo in fretta le scale ed entrammo in casa. Ero da solo perché i miei erano al lavoro. Mangiammo qualcosa e accendemmo la tv senza ritornare più sul discorso.
    
    Iniziammo a fare i compiti di chimica, ...
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