Sull'orlo vertiginoso dell'universo.
Data: 07/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: samas2
... monocellulari che lo popolano, immenso e minaccioso e che forse nasconde invisibili, sotto la superficie, mostri proteiformi, paurosi come i fantasmi che popolano la mia mente e i miei sogni. Scruto a lungo le acque tenebrose, misteriose e il loro ritmico movimento instancabile mi risuona dentro. Ma poi c’è Alexandra. L’aveva vista, la prima volta, dalla spiaggia bianca, emergere dall’azzurro dal mare cristallino e venire verso di me: riccioli scuri le ricadevano sulla fronte, la pelle dorata, i seni perfetti si sollevavano nell’affanno del respiro, dopo una lunga nuotata. E il suo sorriso: indimenticabile. La scelsi. Sessualmente perfetta, capiva sempre e mi dava quello che ancora non sapevo di volere. Regolava i suoi odori, il tono della sua voce, la dolcezza, l’ardore a seconda dei miei stati d’animo. Poteva farmi vibrare, travolgermi e farmi impazzire di piacere ma anche farmi delicatamente illanguidire di malinconia. A volte scaldava il letto degli astronauti di passaggio, ma non si comportava male: era la sua funzione. Era una Nexus T3009 Sexual Extreme e svolgeva il suo ruolo. Da molti anni siamo soli e non sono più tanto sicuro che ciò che governa il suo comportamento, sia dettato e imposto esclusivamente dagli algoritmi con cui è stata prodotta e imprintata. La sua affettività affiora ogni giorno sempre più palese, incomprimibile, e plasma la sua conoscenza e coscienza; lei, poi, mi interroga con quesiti a cui anch’io cerco, invano, risposte. Un’anima palpita ...
... dentro di lei, ormai ne son certo: mi sovviene una vecchissima fiaba, che mio padre soleva leggermi da bambino, di un burattino di legno che diventa un ragazzo di carne. Alexandra qualche tempo fa mi disse: - Antiche leggende narrano che al termine della vostra vita andrete in Paradiso. Ma per noi finirà tutto, perché? - I suoi occhi luccicavano. La abbracciai, tremava sopraffatta dalla commozione. La baciai stringendola forte a me. - Che Paradiso sarebbe senza di te? Non so se si può amare una macchina, ma io, Alexandra, la amo. La mia vita sta finendo, La Diagnostic Therapeutic Multiscan mi ha dato il suo responso: mi rimangono poche ore di vita. Ho paura. Prima che le forze mi abbandonino, neutralizzo il chip sottocutaneo che alla mia morte avrebbe inattivato, Alexandra, terminandola. Il Paradiso, l’eternità, Dio….parole remote, neglette, che riemergono, ritrovano spessore, consapevolezza. Ormai devo andare; Alexandra mi guarda triste: le sorrido. La sua bellezza che toglie il fiato, brilla immutata nel tempo. Le stringo le mani e gliele bacio. La mia voce è un sussurro. - Ciao amore, ci vediamo in Paradiso, ti aspetto. Sono stanco, sto per addormentarmi per sempre. Stringo nel mio pugno un oggetto antichissimo, un simbolo, dono di mia madre: una piccola croce. Adesso non ho più paura, sono solo molto curioso. Assaporo l’aria, con un profondo respiro, per l’ultima volta. Passano gli anni. Alexandra sola cammina nella notte, alza lo sguardo a quello spettacolo ai suoi occhi di ...