1. La pompa di benzina


    Data: 07/03/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Molly B, Fonte: EroticiRacconti

    Due settimane, in auto, tra Bosnia e Serbia. Come ho potuto essere tanto stupida da farmi convincere? Potevo godermi lunghe giornate di relax alle terme, invece niente. Ostelli spartani, cittadine rurali e noia. “Sarà interessante! E saremo noi due soli, dove nessuno ci conosce…” Ecco come mi hai convinta! Stupida io che ti ho creduto. Tu pensi solo a guidare ed ammirare paesaggi, scattando una serie infinita di fotografie identiche, mentre io mi scoperei pure il vecchietto che ci squadra dal suo giardino. Per fortuna devi fermarti a fare rifornimento. La pompa di benzina è fatiscente e scrostata, come ogni cosa qui, ma è quasi deserta. “Vado in bagno e torno!” ti urlo. Se tu non collabori, dovrò arrangiarmi. Non posso continuare a colare sul sedile. Il bagno è uno solo, per uomini e donne. Inoltre la porta non si chiude, dovrò tenerla ferma con un piede. Almeno è pulitissimo: sa di disinfettante e questo mi consola. La tavoletta del wc è rigida, robusta. La chiudo e mi ci siedo sopra. Appena infilo la mano destra sotto la gonna a balze, e scosto il perizoma, ho un brivido di piacere. Con la sinistra salgo sotto la maglia, faccio uscire il seno dalle coppe e inizio a massaggiarlo piano. Un sospiro, a metà fra il sollievo e l’eccitato, mi esce dalla bocca. Mi insinuo con le dita tra le labbra della figa, già imperlate di desiderio. Giro intorno al clitoride, scendo e risalgo più volte. Vorrei giocare col mio corpo per ore, fino a supplicare me stessa di farmi godere, ma non ho ...
    ... tutto questo tempo. Indice e medio affondano lentamente in me, mentre la mano sinistra inizia a stropicciare con decisione i capezzoli. Mi mordo le labbra per non gemere. Mi sembra tutto deserto, ma meglio non rischiare. Il pollice va sul clitoride, mentre tiro sempre più forte i capezzoli per poi, all’improvviso, rilasciarli. La mano destra si muove più veloce, ora. Il pollice avvolge il clitoride in circolo, premendolo e ruotandolo senza sosta. Le dita entrano ed escono, spingendo sulle pareti della mia figa bollente. Il piacere monta. Aumento il ritmo. Più veloce, più incalzante, più forte. Sento il mio corpo tendersi, la schiena inarcarsi. Tolgo la sinistra dal seno e mi aggrappo al wc, non ho altro appiglio e temo di cadere. La destra continua nel suo lavoro incessante, provocandomi scosse di piacere ed un rumore liquido. I muscoli più interni si contraggono intorno alle mie dita, il clitoride prende a pulsare. Di risposta lo sollecito ancora di più, e sono ad un soffio dall’orgasmo. Bussano alla porta. Premo il piede contro di essa, con il poco autocontrollo rimasto, per evitare che si apra. Ma bussano ancora. Non mi fermo. Non mollo la presa dal wc, non tolgo le dita ormai coperte di umori dalla mia figa e soprattutto non smetto di stimolare il clitoride. Non ci penso minimamente. Voglio, esigo, pretendo un orgasmo! “Za.. Zauzet” urlo, usando una delle poche parole in serbo che conosco, ma in quello stesso istante vengo. E non posso fare a meno che si senta, nella mia ...
«123»