Il calco. Cioccolata, cioccolata.
Data: 08/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Tibet
... preparai la serata. “Amore... festeggeremo il tuo compleanno qui da noi, cucinerò io... lo sai che sono un dio anche ai fornelli, cena alla grande, tovaglia e argenteria, cosa la teniamo a fare altrimenti? Noi... Splendore? Mi piacerebbe mettessi quel tuo vestito nero a tubo, quello che evidenzia il tuo corpo, le tue gambe...” “E sotto... cosa metterò? Dimmelo...” “Perizoma nero... reggiseno traforato, niente calze.- “Uhm... prevedo una serata bollente...- “Puoi esserne certa...” Fu con una certa ansia che andai a bere il caffè il giorno previsto per la consegna e abbastanza trepidante chiesi alla bella cioccolataia. “Allora...?” “Vuoi vederlo?” “Prima dimmi se è venuto bene...” “Oh... sono un'artista, no? Si, vedrai...” La segui nel laboratorio e qui rimasi sbalordito. Ma ero davvero così bello? L'emblema della virilità, il priapésco virgulto della vita! Mi piacevo! Quel glande possente a cuneo, la cresta in rilievo della corona sotto la quale si arricciava la pelle del prepuzio e le vene! E il nervo sotto, persino la boccuccia dell'uretra era riportata con la massima fedeltà! Scorsi al riguardo anche un rapido sguardo ammirativo della cioccolataia ma era solo di soddisfazione per il suo lavoro. Mi ...
... congratulai per lo splendido lavoro e le chiesi prima di pagarla come avesse composto il piatto del dessert per il suo uomo. “Solo un filo di panna montata arricciata tutto intorno, semplice.” Pensai di imitarla. Le dissi anche che se fosse mai entrata nell'ordine d'idee di promuovere un business con il mio cazzo, ci avrei messo del mio di capitale, ma pur sorridendo rifiutò. Il suo uomo era nettamente contrario a vederla interessata a cazzi di altri. La cena? Lei era bellissima, i suoi capelli neri, gli occhi splendenti, il vestito che fasciava il suo meraviglioso corpo. Si sciolse quando le appuntai sul petto una unica gardenia bianca e le mostrai il mio regalo, un orecchino da portare al lobo sinistro, un corto filo intrecciato di platino che sosteneva una perla nera incastonata in una piccola conchiglia... e il mio cazzo di cioccolata. Poi? Ah... poi? Il dessert fu ammirato, applaudito, gustato, leccato, passato in ogni punto del suo corpo nudo, corpo segnato poi da tracce sempre più consistenti di cioccolata, tracce che poi eliminai con un perfetto lavoro di lingua. Fu una meravigliosa serata e notte e non mancai di ringraziare di questo la bella cioccolataia, la quale per risposta mi sorrise complice.