Relazione virtuale - cap. 4°
Data: 09/03/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: prassitele
... tumide labbra appena appena lucidate risaltavano per il loro naturale colore rosso vivo. Bellissima, anche acqua e sapone.
Scendemmo in garage e ci accomodammo nella berlina nera BMW nella quale, per dovere di cavalleria, presi posto nel sedile posteriore, dietro al sedile del passeggero.
Fausto ci condusse fuori città, verso nord, mentre Miranda ed io, da quei monellacci che eravamo, con la scusa di scherzare, ci scambiavamo spiritose carezze e stimolanti toccatine attraverso gli spazi tra i sedili.
Il viaggio fu breve. Ci ritrovammo sul litorale di Acitrezza dove Fausto, parcheggiata la macchina, ci guidò verso un ristorantino con terrazza sul mare. Una leggera brezza rendeva la serata molto gradevole. Le pietanze, rigorosamente a base di pesci e crostacei, erano superlative, il titolare, che venne personalmente a servirci per rispetto verso il “signor Direttore”, squisito nel consigliarci, abile nel servirci, piacevolissimo nell’intrattenerci; tutto rese quella cena degna di un imperituro e gradito ricorso.
Era da poco passata la mezzanotte quando riprendemmo la macchina. Fausto chiese: “e adesso che si fa?” Miranda rispose: “Andiamo a casa, ho voglia di mettermi comoda e chiacchierare un poco con voi due.” Fausto ed io ci scambiammo uno sguardo di intesa, con un leggero abbozzo di sorriso malizioso. Salimmo in macchina.
Quando arrivammo sotto casa, Fausto lasciò l’auto fuori del garage, in vista di dovermi riaccompagnare in albergo.
Ci accomodammo in ...
... soggiorno, mentre Miranda andava a mettersi in déshabillé. Tornò poco dopo dentro una bellissima vestaglia di pizzo trasparente che denunciava l’assenza di qualsiasi altro capo di vestiario.
Fausto ci chiese cosa volevamo bere. Optammo per un cognac e Fausto andò all’angolo bar dove preparò le bevande. Stavamo su tre poltrone contigue delle quattro presenti. Erano quelle situate vicine l’una all’altra, mentre la quarta, distaccata e di fronte, consentiva il passaggio intorno ad un tavolinetto centrale.
Miranda stava al centro, tra i due maschi.
Stavamo sorseggiando il nostro cognac, quando a Miranda venne una brillante idea: “Facciamo un giochino spiritoso. Io verserò il mio cognac dentro il mio ombelico, stando semisdraiata sulla poltrona. Voi, a turno, verrete a berlo quando, scorrendo sul mio ventre, arriverà alla mia fichetta. D’accordo?” e dopo una breve pausa: “comincia Fausto.”
Detto questo, aprì la vestaglia e si distese bene sulla poltrona riccamente imbottita. Fausto si inginocchiò tra le sue gambe e portò subito la sua bocca nel posto designato dove doveva bere. Miranda cominciò a versare il cognac in un esile filo di liquido che, scivolando sulla linea centrale del ventre, andava diritto diritto all’attaccatura delle grandi labbra, là dove si nascondeva il clitoride.
Per poter bere era giocoforza tirar fuori la lingua, farla penetrare tra le grandi labbra e risucchiare l’alcol tenendo il clitoride tra le labbra.
Fausto fu abile a lapparsi tutto quel ...