1. Notte fonda


    Data: 10/03/2018, Categorie: Incesti Autoerotismo Autore: dolceIncesto, Fonte: RaccontiMilu

    Mi svegliai nel cuore della notte.Dovevo aver fatto uno di quei sogni a sfondo sessuale che a un certo punto ti fanno svegliare di soprassalto un po' sudato, ma con una gran voglia addosso. Non mi ricordavo il sogno, se n'era andato dalla mia memoria appena mi ero svegliato, ma conoscevo la sensazione. Rimasi lì, sdraiato nel mio letto, a godermi per qualche minuto il piacere che quel risveglio mi aveva lasciato. Con gli occhi chiusi, mi resi conto che la mia mano si era insinuata nelle mutande ed era andata a coccolare il mio cazzo, il punto da cui sentivo nascere il dolce godimento che provavo in quel momento.La mano cingeva il cazzo con gentile fermezza e, lentamente, scorreva su quell'asta da cima a fondo, ancora e ancora. Man mano che saliva in direzione della cappella, il piacere era più intenso, mentre quando scendeva il piacere era minore, ma era comunque una dolce sensazione, a cui ogni volta seguiva la risalita verso la cappella.La mia mano aumentò il ritmo della sega che stava facendo al mio cazzo, così il piacere divenne via via più intenso. Il movimento si concentrava sempre di più verso la cappella, il luogo di vero e intenso piacere, che cominciava un po' a bagnarsi, emettendo qualche piccolo rumore come di sciabordio e inumidendo la pelle della mano che la coccolava.Durante quei pochi minuti di piacere, che a me sembrarono protrarsi tanto a lungo da non sapere più da quanto tempo mi fossi svegliato, cercavo di farmi tornare in mente chi e cosa avessi ...
    ... sognato. Niente da fare. Quel sogno se n'era andato e non avrebbe più fatto ritorno nella mia testa. Peccato. Ma non importava, perché mi aveva regalato un bellissimo momento di piacere da trascorrere con me stesso.La mia mano aumentò ancora il ritmo con cui scappellava il mio cazzo bagnato, fino a quando comparve in me quella sensazione che precede un'intensa sborrata.Aprii le palpebre, a malincuore. Accesi l'abat-jour e detti ai miei occhi il tempo di abituarsi alla luce, che contrastava con la cullante oscurità di poco prima. Poi allungai la mano libera verso il comodino, dove di solito c'erano i fazzolettini, ma nulla... Non c'erano. Accidenti.La mia mano si rese conto prima del mio cervello che non era il caso di sborrare lì, a letto, dato che senza fazzolettini avrei sporcato tutto. Anche se un po' scocciato, rimasi tranquillo e mi godetti anche gli istanti in cui il ritmo della sega diminuiva.Quando la mia mano si fu fermata, non mi alzai subito, ma rimasi nel letto ancora un po', respirando profondamente e dandomi il tempo di tollerare quella sborrata inespressa.Poi mi alzai. Senza fretta, uscii dalla camera per dirigermi verso il bagno, dove avrei riversato il mio carico di sborra. Passai dal corridoio e, pochi metri prima di raggiungere il bagno, mi fermai, fissando con gli occhi sgranati ciò che succedeva nella camera da letto dei miei genitori, a cui stavo passando davanti.Certo non mi aspettavo di assistere a uno spettacolo simile: mio padre era in piedi sul letto, ...
«12»