1. Cazzo e tatuaggio a barcellona


    Data: 10/03/2018, Categorie: Tradimenti Autore: pato3, Fonte: Annunci69

    Eravamo in vacanza a Barcellona. Solo io e la mia Martina. Prima di uscire, entrambi ci preoccupiamo che il suo look risulti il più eccitante possibile. Quella prima sera a Barcellona aveva scelto un vestito grigio chiaro, largo e scollato sul petto, che si adagiava bene sulla sua terza misura, ma che all’occorrenza si spostava facilmente per lasciare vedere buona parte del seno. Sarebbe stato indicato un reggiseno a voler essere pudici, ma in vacanza, si sa, il reggiseno si lascia in valigia. Il vestito poi si stringeva lasciando vedere perfettamente le forme dei fianchi e del culo. Era molto corto, per non sembrare troppo puttana, decise di mettere il perizoma. Tacchi alti neri.
    
    Quella eravamo in un locale molto trasgressivo, piuttosto famoso per i turisti. Nell’angolo più sporco, la mia ragazza si stava dando da fare con un ragazzo di colore. Le loro lingue si intrecciavano e la mano di lei pompava il cazzo ancora dentro i pantaloni di quel ragazzo. Io ero seduto accanto a lei, già stordito dall’alcool.
    
    Ogni tanto le baciavo il collo.
    
    La scena aveva attirato un ragazzo in cerca di un colpo sicuro. Questo si sedette vicino a me e mi chiese in inglese: “Di dove sei?”.
    
    “Italia”, risposi io.
    
    “Io sono inglese”, ribatté lui. “La conosci?”, mi chiese indicando Martina.
    
    “Sì. È la mia ragazza?”
    
    “La tua ragazza?”, chiese incredulo, alzando la voce.
    
    “Sì, la mia ragazza”
    
    “Amico, si sta facendo quel tipo!”
    
    “Vedo”, risposi ...
    ... tranquillamente.
    
    “Posso?”
    
    “Mi sembra impegnata”, gli dissi.
    
    Lui si sedette sul tavolino di fronte a lei e le toccò un ginocchio. Lei smise di baciare il ragazzo d’ebano e lo salutò. L’inglese si presentò e chiese tranquillamente di unirsi, consigliando a lei e al suo amico di andare tutti e tre in bagno, senza neanche chiedermi cosa ne pensassi.
    
    “Mi hai preso per una troia?”, chiese lei seriamente.
    
    “No, è che… pensavo che…”, e mi guardò.
    
    “Sto scherzando”, disse lei ridendo. “Avvicinati”.
    
    L’inglese si avvicinò e lei le mise una mano sul cavallo dei jeans.
    
    “Non lo trovo”, gli disse.
    
    “Lasciami giocare”, disse lui, lasciando intendere che una volta duro, sarebbe stata tutta un’altra cosa.
    
    Martina disse all’orecchio del ragazzo di colore di avere un minuto di pazienza. Lui si accese una sigaretta e stette a guardare. L’inglese iniziò a toccare sotto la gonna e poi prese una tetta in mano.
    
    “Ora lo sento”, disse Martina, dopo aver toccato.
    
    L’inglese era tutto fiero, mi guardava e rideva.
    
    “Però è troppo piccolo”
    
    Ora non era più così sorridente. Martina lo lasciò stare e ricominciò a giocare con il suo amico. L’inglese iniziò a protestare e implorare. “Please, please”, ripeteva.
    
    Non si può dire che Martina sia una che se la tira. Cerca di essere sempre amichevole con tutti, ma sa cosa vuole.
    
    “Ok, ok, basta che mi lasci in pace”, disse lei. L’inglese si illuminò.
    
    Lei si alzò, prese per mano me e il ragazzo di colore e disse all’inglese di seguirla. Ci portò nei bagni ...
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