1. Di ritorno dalla spiaggia


    Data: 13/03/2018, Categorie: Etero Autore: fioccorosso

    ... gradini che ci portano sul ponte da cui guardare il paesaggio, come il nostro solito. Arrivati su ci dirigiamo verso il parapetto, ci appoggiamo ed iniziamo ad osservare l'acqua...i volatili in cielo...Un lieve senso di vendetta mi fa decidere di spostarmi...passare dal tuo fianco a dietro di te. Ti abbraccio. Premo il mio bacino contro il tuo. Ti faccio sentire che c'è un'altra specie di uccello a cui dovresti fare attenzione. Lo premo tra le tue natiche, da sopra il vestitino. Inizio a strusciartelo, guardandomi intorno che non arrivi nessuno. Nessuno in vista. Afferro i tuoi fianchi e struscio con più forza. Tu discosti i piedi, per goderti il gioco. Lo senti tutto, dalla cappella alle palle, spingere sul tuo corpo. Una mano si sposta, scivola davanti, passa veloce sulle mutandine del tuo costume, sale, cerca una tetta da palpare. La trova e la strizza. Dal tocco sai quanta voglia mi hai scatenato, sai di non poter più tornare indietro. Abbassi una mano, fin tra le cosce. Scosti la mutandina. La lasci scivolare fino sotto i glutei. �Mettimelo dentro...� sussurri, fradicia dalla voglia che ti ha colto all'improvviso. Senza farmelo ripetere una seconda volta Abbasso il costume sul davanti, quel tanto che basta. Ti alzo il retro del vestitino ed indirizzo la punta del mio cazzo diritta contro il tuo buchino. �Non lì, l'altro...� mi dici con tono perentorio. Un veloce ed imbarazzato �scusa...� mi scivola dalle labbra. Un attimo dopo sono completamente dentro di te. ...
    ... Senti le palle che toccano il tuo clitoride. Brividi dovuti al piacere ed all'arietta passano attraverso i nostri corpi. Ci rendiamo conto, all'improvviso, di ciò che stiamo facendo e del luogo. In contemporanea ci ritraiamo e cerchiamo di metterci a posto. Rossi in viso per il desiderio e per l'imbarazzo. Ci abbracciamo dolcemente, covando un gran fuoco, come delle calde braci, fredde all'apparenza ma roventi all'interno.L'attracco si avvicina e riscendiamo di fretta le scale, io un paio di passi dietro a te. Mi accordo che un marinaio ti segue con lo sguardo, mangiandoti con gli occhi. Mi trattengo a stento da dargli un pugno dritto sul grugno. Mi faccio più vicino a te per marcare il territorio e risaliamo assieme sull'autobus, stessi posti di prima.L'autobus accende il motore, la rampa scende. Ci mettiamo in movimento e sbarchiamo. I nostri sguardi si incontrano, divertiti ed imbarazzati nel contempo. Mi fai cenno di avvicinarmi. Porti le tue labbra al mio orecchio e ne succhi il lobo, ben sapendo che effetto mi faccia. �Sei un porcellino...mi hai fatta bagnare, sai?� .Ti guardo stupito ed infastidito. �Sei tu che hai iniziato...� mi sfugge col tono querulo di un bambino che ha subito un'accusa ingiusta. La tua risposta,con tono dolce e malizioso uccide ogni discussione: �Peccato che tu me l'abbia infilato dentro...ora è sporco...te l'avrei ciucciato volentieri...come sulla panda.�Facciamo il resto del viaggio quasi in silenzio, fin quando arriviamo a casa tua. Poi... 
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