L'Organizzazione (Capitolo 3)
Data: 16/03/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Ipsedixit
... per infilarle in gola le due compresse e prima ancora che Valeria potesse decidere se inghiottirle, uno degli uomini che la stavano trattenendo la costrinse a reclinare il capo all'indietro, tirandola per i capelli. Il primo le infilò allora in bocca il collo di una bottiglietta di plastica, che sembrava contenere acqua. - Su, ingoia, manda giù le pilloline, da brava! - Valeria non poté far altro che obbedire, mando giù e tossì. A quel punto, l'uomo delle pillole raccolse dall'asfalto gli slip della ragazza e le ordinò di aprire la bocca. La ragazza obbedì subito e lui le infilò in bocca quelle mutandine, ancora inzuppate di umori vaginali. Li aveva appallottolandoli ben stretti, così che potessero entrare completamente. Estratto dalla tasca un rotolo di nastro adesivo in vinile, il tizio la imbavagliò e la bendò con quello. Aveva la bocca piena di stoffa ed il nastro le impediva di liberarsene. La presero di peso e la portarono nel furgone, deponendola su un materasso appoggiato al pianale. Uno dei tre scese subito dal vano carico, chiuse il portellone dall'esterno e salì al posto guida, mettendo in moto e partendo. I due rimesti all'interno del furgone, si sedettero su due panche laterali e si tolsero i passamontagna. Osservarono Valeria distesa sul materasso per alcuni minuti, poi dopo essersi guardati a vicenda, assunsero un'espressione inequivocabile. Che peccato annoiarsi per tutto il viaggio e che spreco non approfittare di un così bel corpo femminile, a loro completa ...
... disposizione. La misero in ginocchio sul materasso, ma compresero subito che con il furgone in movimento ed i polsi legati dietro la schiena, la ragazza non avrebbe potuto mantenersi in quella posizione e sarebbe caduta di lato alla prima curva, od al primo cambio di corsia. Tagliarono allora la fascetta che le immobilizzava i polsi dietro la schiena, imprigionandoglieli però subito con una corda, che fecero poi passare attraverso un gancio, fissato al soffitto del furgone e tendendola finché Valeria fu obbligata a star ritta sulle ginocchia. Inginocchiata, bendata ed imbavagliata, con le braccia tese in alto. Per mantenere l'equilibrio, Valeria si aggrappò alla corda che la obbligava a restare in quella scomoda posizione. I due uomini tagliarono infine anche la fascetta che le immobilizzava le caviglie, ordinandole di allargare le gambe. Come in trance, la ragazza rimase con le ginocchia unite. Uno dei due uomini le assestò allora due ceffoni, prendendo spunto da ciò che aveva fatto il collega che ora era alla guida. L'apostrofò con il termine “puttana”, mentre le domandava se almeno gli schiaffi, quelli, li aveva sentiti. Intervenne l'altro, che pareva più accomodante: - Il mio amico ha detto che devi aprire le gambe, su fai la brava e sii furba, non sei nella posizione di rifiutare! - Valeria non reagiva e sembrava disposta a farsi schiaffeggiare, pur di non dare soddisfazione ai suoi rapitori. Loro tacquero e lei s'illuse che avessero rinunciato. L’illusione fu breve ed ...