1. Un regalino speciale per un mio stimato collega...


    Data: 16/03/2018, Categorie: Anale Hardcore, Tabù Autore: Toscancontrario, Fonte: xHamster

    Una sera dell’inverno del 2009 ero uscito insieme al mio amico Leo, con l’intenzione di farci un giro per i Pub. Dopo un paio di soste in locali di cui siamo abituè decidemmo di provare ad andare in un pub fuori città, il Baribal a Calenzano. Entrati lì Leo trovò un gruppo di suoi amici del calcetto seduti ad un tavolo, e si mise subito con loro a parlare di calcio, cosa che io odio. Allora preferii andare al banco a prendermi da bere e guardarmi un po’ attorno.C’era un gruppo di ragazze piuttosto rumoroso, con un paio di ragazzi, che mi attirò l’attenzione: guardai attentamente e notai tra loro Giulia, la moglie di un mio non troppo simpaticissimo collega di nome Massimo. Lei è una bella topina, sui 30 anni circa, molto sexy, occhi chiari, viso furbetto, capelli non lunghi castani chiari (anche se quel giorno li aveva tinti di rosso), poco seno ma un gran bel culo. Sembrava una delle più allegre, e decisi di tenere un po’ d’occhio la situazione.Finalmente la vidi andare verso la toilette, e quando uscì feci in modo di imbatter mici. La salutai e cominciai a chiacchierare con lei allegramente, era abbastanza chiaro che aveva già bevuto un bel po’. Mi disse che era fuori con le amiche per il compleanno della sua amica Sonia, e che i due ragazzi al loro tavolo li avevano conosciuti lì e loro si stavano divertendo ad “aizzarli” proprio contro Sonia. Io la presi un po’ in giro sul fatto che, se ci fosse stato suo marito Massimo, di sicuro non si sarebbe divertita con quel gioco, ...
    ... lei la prese a ridere e allora mi decisi ad offrirle da bere.Rimanemmo a chiacchierare al bancone, finendo le nostre bevute, allora ne ordinai altre due. Cominciava ad essere tardi, ma lei continuava a rimanere con me anziché tornare al tavolo delle amiche, allora le proposi di uscire a fumare una sigaretta, lei accettò. Feci finta di aver lasciato le mie sigarette in auto, e lei mi seguì nel piazzale fino all’auto. Traccheggiai per un po’ dentro l’auto fingendo di cercarle, poi uscii di nuovo e le offrii una sigaretta. Fumavamo appoggiati all’auto, lei era molto allegra e rideva a ogni mia più stupida battuta. Mi decisi a fare il passo in più:-Comincia ad essere tardi, tra un po’ questi chiudono… Perché non andiamo a finire la serata da un’altra parte?--Noooo… Sei matto? E’ tardi… Se torno tardi Massimo s’incazza… Anche se a quest’ora russerà sicuramente come un treno…--Beh e tu quando torni fai, piano, e semmai dai la colpa alla tua amica Sonia, gli racconti che hai dovuto aspettarla perché ha imbroccato due tipi al Pub…-Lei rise, ma due minuti dopo era seduta sul sedile destro della mia auto. Pensai di portarla a casa mia, ma il tragitto era lungo e ebbi paura di un ripensamento, così mi infilai in una via della zona artigianale di Calenzano, fermandomi nel piazzale deserto e buio di una fabbrica. La baciai voluttuosamente, gustandomi la sua lingua e accarezzandole le cosce sotto la corta gonna.Le infilai la mano dentro i collant e comincia a carezzarle la figa, già ricca ...
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