Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... lasciò che il suo sguardo indugiasse su un minuscolo ragno che risaliva una gamba del cavalletto. «Come si chiama quella ragazza?» gli domandò Rossana. Mauro esitò a rispondere. Sembrava che un tarlo gli rodesse il cuore, tanto era il senso di colpa che avvertiva. «Come si chiama?» ripeté Rossana. «Silvia… » «È un bel nome ma non bello quanto il mio, vero Mauro? Lo hai sempre detto che per te non esisteva un nome più bello del mio.» «Rossana, che cosa c’entra questo?» «Tutto c’entra. Persino la banalità di un piccolo complimento è importante per seguitare ad amarsi.» «Rossana, ti prego, non rendere tutto più difficile», rispose Mauro sfiorandole una guancia con i polpastrelli. La vide sollevare il braccio, afferrargli la mano per indurlo ad appoggiarle sul viso anche il palmo. «Mauro», gli disse, tentando di incrociarne gli occhi «credi sia facile accettare la fine di un sentimento iniziato tra i banchi delle elementari?» Gli strinse il polso perché seguitasse a tenere la mano appoggiata al suo viso. Stavolta andrà bene. Te lo giuro sui miei genitori, Mauro. Non litigheremo più.» «Con lei m’intendo meglio che con te», rispose lui tentando di trarre animo da un sospiro. «Ha un carattere diverso. Ci comprendiamo, c’è empatia tra noi.» «Non ti credo», reagì Rossana, lo sguardo rianimato dall’orgoglio. «La tua è soltanto un’infatuazione perché è una bella ragazza, ma in due settimane è impossibile capire quanto si possano comprendere due persone. E poi non è di Sanfabiano e ...
... neanche delle vicinanze, perciò non credo abbiate avuto la possibilità di incontrarvi tutti i giorni. Mauro, ti ho amato da quando eravamo alti così. Volevo sempre fare squadra con te se giocavamo a ruba bandiera e sopportavo le tirate di capelli che mi dava Tamara. Prendevo graffi da tua sorella perché era gelosa. Non puoi esserti dimenticato queste cose. Mi disinfettavi tu. Rammenti quella volta che ti feristi al polso per andare a prendermi le giuggiole nell’orto di Baldino? Quanta cura misi per fasciarti. Mi dicesti che nemmeno un’infermiera avrebbe potuto fare meglio. Mi promettesti che da grandi mi avresti sposato. Mi desti pure un bacetto.» «Rossana, lo rammento.» Lei s’impose di parlare lentamente come se, scandendo le parole, riuscisse meglio a controllare l’emozione. «Allora ricordati di quando, in macchina, ci coglieva un acquazzone e aprivamo i finestrini per sentire l’odore che emanava la terra bagnata. Mi ripetevi che quello era il profumo più buono del mondo. “La terra, una fragranza di polvere spenta, esala” ripetevi parafrasando una poesia. Non lasciare che tutto questo finisca. Non te lo chiedo per i nostri momenti di sesso ma per questi semplici ricordi e per quei giochi che facevamo da bambini, te lo chiedo in memoria di quel bacetto.» Lo sguardo supplice ma dignitoso, Rossana aggiunse: «Io mi sentirei morire, lei piangerebbe una sera perché ha pochi ricordi.» Mauro guardò la cintura con fibbia d’argento che le aveva regalato a Natale. Notare quanta eleganza ...