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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... visita sulla scrivania e replicò: «Abbiate la cortesia di informarmi se riusciste a saperne di più. Vi ringrazio per l’ospitalità.» Sul volto di Silvia comparve un’ombra di rincrescimento. Si alzò in piedi e l’unica frase che le venne in mente fu: «Mauro te ne vai?» Lui le rispose con uno “ciao” sommesso come per farle intendere quanto fosse dispiaciuto di non poter conversare ancora un po’ con lei quindi rivolse a Livio un laconico buonasera. «Buonasera un corno! Ti stai tirando indietro», ribatté Livio con durezza. «Mauro ci devi aiutare», si raccomandò Silvia con un tono accorato. «Stando così le cose non vedo come potrei farlo. In ogni caso mi ha fatto piacere averti conosciuto. L’invito è sempre valido se volessi venire a vedere i miei dipinti», aggiunse rivolgendosi a Silvia. «Spero di rivederti.» «Ti avevo avvertito che sarebbe stato un problema difficile», reagì lei. Il suo sguardo da amareggiato si era mutato in un’espressione biasimante. Mauro assunse un’aria contrita come per chiederle scusa. Stava per imboccare il corridoio quando gli giunse stavolta, quasi accorata, la voce di Silvia. «Non è colpa nostra Mauro.» «Neanche mia Silvia.» «Invece sì!» tuonò Livio. «Che diavolo sta dicendo lei?» ribatté Mauro. «Che è colpa di tutti se si fanno le dighe. Vogliamo produrre e consumare sempre più. É colpa dell’industria, dell’agricoltura, di chi mette al mondo dieci figli, di chi è impiegato sedentario e fa la doccia tutti i giorni pure d’inverno.» Livio fece una pausa ...
... e puntò il dito contro il ragazzo. «Senti un po’ tu che pensi di non aver colpa se qualcuno vuol sommergere il tuo bel valloncello: quando ti lavi i denti, usi un bicchiere d’acqua per sciacquarteli o lasci scrosciare il rubinetto?» Irritato Mauro raggiunse le scale e prese scenderle frettolosamente. All’ultima rampa il chiarore del lucernario era divenuto così fioco che a malapena riusciva a vedere le sagome dei gradini e fu quello che lo aveva ingannato salendo a fregarlo nuovamente. Avvertì il piede scivolare in avanti, il suo volto si contrasse e si preparò, denti stretti, al doloroso impatto con la pietra. Vide le scale illuminarsi, gli giunse la voce concitata di Silvia. «Attento agli scalini Mauro!» Silvia non fece in tempo a finire la frase che udì un colpo sordo salire dalla tromba delle scale. “Mamma mia è cascato ancora.” Scese a rompicollo rischiando di fare la medesima fine. Per l’espressione avvilita che gli vide stampata in faccia non poté trattenersi dall’accarezzargli i capelli. «Mauro ti sei fatto male?» «Penso di no», disse lui mentre cercava di alzarsi sostenendosi alla balaustra. «Dammi la mano ti aiuto. Avresti dovuto accendere la luce.» «Credo che sarei cascato lo stesso. «Oggi sono talmente scalognato che se qualcuno avesse gettato per terra l’unica buccia di banana nel raggio di cento chilometri, ci sarei scivolato.» Rinfrancata dalla battuta Silvia si azzardò a chiedergli di tornare in sede. «Te la senti di risalire?» «Sì ma che ci verrei a fare?» ...