Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... che Mauro stringeva in mano. «Non è vero. Silvia è morta, morta e morirà in eterno, a vent’anni, perché l’universo si ripeterà sempre allo stesso modo fino all’ultimo atomo, fino al più banale fatto accaduto, perciò anche questa valle dovrà essere condannata a bruciare in eterno.» «Mauro che accidenti stai dicendo?» «L’unica verità Stefano.» Dio mio è partito di testa. Silvia non è morta, credimi per l’amor del cielo.» «Quale amor del cielo, quale Dio, Stefano. Non esiste un cazzo di niente!» Mauro poggiò il pollice sulla rotella dell’accendino, la ruotò facendo ardere la fiammella. Senza perdere di vista Stefano si chinò per raccogliere un pugno di aghi secchi. «Stefano, ti avverto per l’ultima volta: vattene!» «Mauro, ragiona. Non vorrai bruciare veramente la tua valle! La battaglia per salvarla non l’abbiamo terminata.» «Silvia è morta», ripeté lui con calma raggelante «che vada all’inferno l’ecologia, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile: tutte puttanate. Tieni», seguitò allungandogli l’accendino «non credi che abbiamo un motivo in comune per distruggerlo? È per causa sua che Silvia ci ha lasciato entrambi e lo farà per tutti gli universi a venire. Appicca il fuoco a questi aghi e gettali lontano da noi. Avremo tempo per metterci in salvo. Sbrigati, ci godremo assieme il falò.» «Mauro, questo luogo non c’entra niente.» «Perché non dici che ti manca il fegato, vigliacco?» «Ah, la pensi così? Saresti dovuto essere accanto a Silvia, stronzo, pezzo di merda, invece di venire ...
... quassù a fare una scemenza.» Quelle parole, secche e urlate, fecero apparire un’ombra d’esitazione sul volto di Mauro. Stefano fu lesto ad approfittarne. Gli tirò in faccia lo spolverino e si scagliò contro di lui a mani protese. Avvinghiati, ruzzolarono per uno scoscendimento. Cadute a terra, le pile li illuminarono di sbieco. Stefano gli fu sopra con un balzo. Bloccò la mano con la quale Mauro teneva l’accendino e lo costrinse a mollarlo. Si sentì raggiungere da un pugno sotto l’occhio destro nel momento in cui se lo metteva in tasca. La fiammata di dolore gli provocò un impulso di collera. Sollevò Mauro come un fuscello. «Vuoi la guerra?» urlò. Gli mollò un violento ceffone e si tenne pronto a parare la reazione ma l’amico si accasciò come una balla di stracci. Mauro, le caviglie cinte con le braccia, poggiò il capo sulle ginocchia. Pianse sfregandosi i pugni sugli occhi come un bambino. «Che razza d’amico ho trovato, cazzo!» esclamò Stefano sedendogli accanto. «Mi freghi la ragazza, rischiamo di finire arrosto entrambi e mi fai un occhio nero.» Per fargli avvertire la sua presenza, gli posò una mano sulle spalle e lasciò che si sfogasse a piangere. Lo aiutò a rimettersi in piedi, sfilarsi la maglietta e mettersi lo spolverino. «Stefano, Silvia è stata davvero portata in camera?» «E i medici pensano che sia fuori pericolo», aggiunse lui dandole tre colpetti sulla spalla. «Ora cerca di calmarti.» Stefano notò che l’amico zoppicava. «Ti sei fatto male?» «Devo avere battuto il ...