1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... mettersi un po’ di fondotinta. Poco dopo, preceduto da colpi di tosse, era giunto Mauro, pallido, che la fissò senza rivolgerle il ricciolo di un sorriso. L’aveva abbracciata con delicatezza, come temesse di romperla. «Cribbio non sono diventata di vetro. Temi di baciarmi? La vipera non mi ha reso velenosa.» Lo baciò sulla bocca e gli sfiorò le lividure. Notò quanto avesse il volto smunto e come la fronte bendata e i segni bluastri sul viso gli conferissero un aspetto malconcio. «Cribbio, Mauro, mi sembri uno zombi. Mi sa che hai fatto un bel ruzzolone ma queste sembrano ditate.» Lo sentì rabbrividire. «Mauro, cos’hai?» «Sento freddo, sono fiacco. Da ieri avverto fitte alle spalle.» «Glielo hai detto ai tuoi di non stare bene?» Lo vide fare un cenno negativo. «Cribbio, Mauro, non saresti dovuto venire.» «Volevo starti vicino.» Silvia premette il campanello e di lì a poco giunse l’infermiere, un tipo corpacciuto e dallo sguardo gioviale. «Chi ha chiamato?» « Sono stata io Ottavio. Potrei avere il termometro per favore?» «Ti senti di avere febbre Silvia?» «È per il mio fidanzato.» L’infermiere guardò il ragazzo e sul suo viso si accese un’espressione preoccupata. «Giovanotto, come si è ridotto così?» «Ho fatto una brutta caduta.» «Mi faccia sentire il polso: sì, marcia veloce. Le porto il termometro.» Qualche minuto dopo, Mauro esclamò: «Silvia ho la febbre a trentanove e quattro.» «Fammi vedere? Cacchio! Che abbiano messo il termometro a qualche paziente scordandosi di ...
    ... scuoterlo?» Silvia lo sbatté ripetutamente accertandosi che la linea rossa fosse scesa sotto i trentasette gradi. «Rimettilo?» Qualche minuto dopo Mauro fissava la linea rossa giunta a trentanove e sette.» Silvia premette ancora il campanello. L’infermiere lesse la temperatura e considerò: «Porca vacca che cosa si sente?» «Brividi, stanchezza, fitte alle spalle.» «La faccio visitare.» «La ringrazio ma appena torno a casa chiamerò il mio dottore.» «Ottavio fallo visitare. Subito!» si oppose Silvia risoluta. «Silvia non importa.» «Mauro non fare lo sciocco. Hai la febbre quasi a quaranta.» «Scusi se mi permetto», gli fece osservare la madre della compagna di stanza «la sua fidanzata fa bene a insistere. Lei ha proprio una brutta cera. Dovrebbe mettersi qualcosa addosso.» «Mauro prendi la mia maglia di lana. È nell’armadietto.» Lui fece per alzarsi ma un capogiro lo costrinse a poggiarsi sul letto. «Si rimetta a sedere», disse la donna prestandosi a sostenerlo «gliela prendo io.» Mauro si coprì la bocca tossendo ripetutamente. Il palmo della mano si bagnò d’espettorato nel quale erano visibili delle striature rossastre. «Mauro che stai guardando?» «Ho il palmo macchiato di sangue.» «Che cosa? Prendi un fazzolettino e tossisci ancora.» La carta si macchiò di vermiglio. «Dio Mio Mauro!» «Silvia non è niente. Di sicuro mi si è rotto un capillare per lo sforzo di tossire.» Preoccupata lei si riattaccò al campanello. «Buonasera. Sono il dottor Minucci.» Il medico era un tipo dall’aspetto ...
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