1. Provocazioni


    Data: 06/09/2017, Categorie: Etero Autore: Ambra, Fonte: RaccontiMilu

    ... voglio farmi desiderare più di quanto mi vuoi già. Con le dita piene di me, ti raggiungo nella grande sala. Ovviamente non mi vedi arrivare, ti cingo alle spalle, e porgo le dita alle tue narici. Lentamente scendo tra le tue labbra, per fartele assaporare. Voglio inebriarti i sensi, in mezzo a quelle persone, che conosci anche, ignare di quello che sto facendo. Mi siedo di fronte a te, occhi negli occhi. “Ho bisogno del tuo cazzo.” – sussurro avvicinandomi verso il tuo orecchio. Sorridi sarcastico. Mi alzo, mi segui… usciamo tra i corridoi del dipartimento. Penso che spesso ho studiato qui, con te. Mi vengono in mente tutte le sveltine che tra questi muri abbiamo consumato, presi dalla passione improvvisa durante qualche pausa studio o dopo messaggi pieni di provocazioni, voglia, desiderio… raggiungersi, per darsi l’un l’altro. E dopo chiederci se qualcuno, ci avesse visto entrare insieme nei bagni. In ascensore, mi spingi contro la parete, ci strusciamo, ci baciamo… le nostre lingue si rincorrono l’un l’altra. Sento la tua erezione sotto il tessuto dei jeans, vorrei uscirlo e prenderlo, ma devo aspettare. La voce metallica annuncia l’arrivo all’ultimo piano, quello degli uffici. Ci ricomponiamo giusto in tempo, prima che la cabina si apra. Nell’ala più nuova dell’edificio, molti uffici non li hanno ancora assegnati, quindi non è molto frequentata. Raggiungiamo i bagni e ci chiudiamo in uno di questi. Appena dentro ti sbottono i jeans, ed esco finalmente il tuo cazzo. ...
    ... Mi chiedo se questa erezione ti abbia mai abbandonato, da questa mattina. Con una mano vado a sfiorarti la pelle sensibile e tesa dello scroto, mentre con l’altra avvolgo l’asta. La prendo tra le labbra, la succhio, voglio sentirla crescere al massimo nella mia bocca. Mi tocco, guardandoti negli occhi. Ti vedo godere...Non mi staccherei mai da lui, ma ti voglio dentro. Mi poggio al lavandino… ho la gonna alzata in vita, i collant e le mutandine alle caviglie. Mi sento piacevolmente oscena. Ti porgo il mio culo, vorrei lo schiaffeggiassi, il suono rimbomberebbe in tutto il corridoio. Ti abbassi a leccarmi, per assaggiarmi. La sensazione che mi dà la tua lingua, scioglie anche quel briciolo di pudore che può essermi rimasto. Adesso siamo solo animali che vogliono godere. Ti alzi, sei dietro di me... fai scivolare il glande tra le labbra bagnate, indugi sul clitoride… con una mano afferro l’asta e la spingo in me. Ti accolgo, ti avvolgo con i muscoli della mia fica. Finalmente… Il suono dei nostri corpi, i nostri odori, sono inconfondibili, invadono tutto. Mi vedo riflessa nello specchio sopra il lavandino. Ti vedo dietro di me, vedo i volti scomposti dal piacere, i nostri sguardi si incrociano, la tua mano mi tappa la bocca, senza riuscirci. Con l’altra mano mi tieni per un fianco, mi stringi, mi fai tua. Vederci così, amplifica la mia eccitazione. Mi sto perdendo nel piacere...te ne accorgi, mi scopi sempre più forte fino all’orgasmo…mio e poi tuo… squassante, frenetico, ...