1. Le mutandine dell’amica di mia figlia (cap finale)


    Data: 26/03/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: PifferaioMagico

    Alle sei e mezza del pomeriggio Veronica suona il citofono e arriva da sola. La mistress tanto annunciata non c’è. La diciottenne è un po’ nervosa: appena chiusa la porta d’ingresso alle sue spalle, si avvicina e mi guarda fisso in silenzio. — Tutto bene, padrona? — dico io per rompere il ghiaccio, a metà tra il disinvolto e il personaggio. Il ceffone con gli anelli della mano destra mi lascia un segno violaceo sulla guancia. — Chi ti ha insegnato a rivolgerti a me in questo modo? Inginocchiati subito e leccami i piedi! Quello schiaffo mi riporta dentro il gioco, ammesso che le regole siano ancora quelle. Veronica si fa leccare il sandalo di cuoio estivo, sopra e sotto. Poi decide di toglierseli entrambi e a piedi nudi si siede su una poltrona del soggiorno. — Lecca ancora, schiavo. Che tra poco ti devo preparare. La “preparazione” - in attesa immagino della mistress - consiste nel farmi indossare alcuni indumenti che saltano fuori dalla sua borsa. Delle autoreggenti nere (molto velate e per questo molto sensuali al tatto), delle décolleté tacco dieci (lucide di vernice rossa, troiesche da far rizzare casi disperati) e… un regalino che contribuirà alla mia erezione consistente. — Girati, cagnetta e mostrami quel culo sfondato che hai lì dietro! Faccio in tempo a intravedere l’oggetto del desiderio che già me lo ritrovo a premere contro la parete esterna del mio ano. L’anal-plug per fortuna viene lubrificato: ma quando lentamente arriva alla massima dilatazione, un gemito mi ...
    ... esce mentre strizzo gli occhi. Veronica assesta un colpo finale e GLOP. Me lo ritrovo dentro con la sensazione che non uscirà mai più! — Ora vieni qui che ti devo riammanettare al termosifone — dice lei, rovistando nella borsa ed estraendo insieme alle manette di prima (quelle con la catena lunga) anche una corda rossa e nera, non molto spessa ma infernale di colore e di fatto. Dopo avermi agganciato entrambi i polsi alle manette e passato la catena tra gli elementi del calorifero gelato - lasciandomi faccia al muro e plug-in rivolto verso il centro del soggiorno - l’amica di mia figlia si inginocchia tra le gambe e inizia a stringere i miei testicoli, annodandoli con la cordicella del piacere. Una volta in piedi, Veronica si inventa un paio di strattoni per assicurare la tenuta dell’attrezzo e l’elasticità delle mie palle sofferenti: — Ora sei proprio una schiavetta adorabile! Mentre cerco di adattarmi alla nuova situazione, sento il suono del citofono che oggi sembra nuovo: un acuto ed elettronico diiin-dooon, come l’apocalisse che decide di annunciarsi alla mia porta. La mistress entra in casa senza che io possa vederla: guidata da Veronica si dirige direttamente in una delle camere da letto. Percepisco soltanto un “Ciao, tesoro…” rivolto alla ragazza, che risponde - immagino - più con cenni di intesa che con parole vere e proprie. Quando arrivano in soggiorno, la vedo. È alta, mora con i capelli lunghi lungo la schiena. Sembra una dea russa con gli occhi azzurro ghiaccio e ...
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