1. Voglio il suo profumo


    Data: 26/03/2018, Categorie: Etero Autore: samarcanda, Fonte: RaccontiMilu

    Rimase allibita quando, dopo che ebbero finito e si rivestivano ancora umidi di piacere, squillò il suo telefonino. �Pronto?� disse l�uomo �Si Michelino, certo che papà quando torna ti porta le figurine�.Si conoscevano ormai da un annetto. Lei una dottoranda che aveva vinto il concorso presso l�università dove lui era professore ordinario. Era diventata la sua assistente, lui teneva le lezioni teoriche e lei faceva la parte esercitativa a quei ragazzi, di poco più giovani di lei, che si accingevano a diventare ingegneri. Lei, Antonella, aveva cambiato città, trasferendosi nella capitale per quel lavoro tanto amato. Bel fisico, bel portamento, brillante e studiosa, si era trovata nel giro di poco perfettamente a suo agio a Roma. Aveva già degli amici, usciva quasi tutte le sere. Tutto perfetto se non fosse stato per quella che era iniziata come una banale cotta e si era trasformata in un�ossessione. L�oggetto delle sue attenzioni era proprio Andrea, il docente al fianco del quale lavorava quotidianamente. Un quarantacinquenne affascinante e giovanile, alto e moro ma sposato a giudicare dalla fede che portava al dito. All�inizio Antonella lo stimava come figura professionale e lo apprezzava come uomo. Conoscendolo meglio invece capì di provare ben altro per il bel prof.Lo riempiva di attenzioni, era sempre cordiale e disponibile con lui, adorava lavorarci insieme, non si curava degli innumerevoli straordinari che, anzi, faceva con piacere. Tuttavia come spesso succede, ...
    ... l�idillio durò poco, non si fece attendere troppo la fase di atroce sofferenza che affligge tutti gli amanti non corrisposti.Col passare dei giorni e dei mesi cresceva la sua voglia di lui, di averlo tutto per se, di non argomentare sulla resistenza al fuoco delle strutture et similia. Lo voleva ed ogni pomeriggio passato nello studio da sola con lui si trasformava in una tortura per la giovane dottoranda che avrebbe voluto saltargli addosso e strappargli i vestiti a morsi. Andrea sembrava non accorgersi di nulla, era gentile con lei come lo era con tutti gli altri i collaboratori; mai uno sguardo, un gesto che avrebbero potuto farla sperare. A lei le occasioni di svago e divertimento non mancavano per nulla e non era tanto stupida da farsele sfuggire, nonostante la sua mente fosse sempre lì. Con più di un uomo infatti le era capitato di sussurrare, nei momenti di somma intimità, il nome del suo prof. Non c�era niente da fare, poteva fare quello che voleva con chi voleva ma non riusciva a togliersi quel tarlo dalla testa.I mesi passavano e la sua situazione andava peggiorando sempre di più. Non era riuscita a combinarci nulla nemmeno in occasione di un seminario della durata di due giorni, quando avevano le stanze d�albergo praticamente comunicanti. Che fare? Iniziava a pensare di dover cambiare città, così non poteva più andare avanti. Quando un pomeriggio�Erano come al solito nello studio di Andrea, da soli, stavano esaminando il lavoro di un tesista, uno di fronte all�altra, con ...
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