Confusione e ritorno - 5
Data: 27/03/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Alberto Bellettini
Per qualche giorno, io e Antonio non ci sentimmo: l'estate volgeva al termine, doveva iniziare la scuola, e noi abitavamo comunque vicini. Tuttavia, gli ultimi giorni di mare prima della chiusura dei bagni, scorrevano come sempre, fino a quella domenica, la domenica della festa del Santo Patrono. Mia sorella Erika era sempre attenta a scrutare ogni mio movimento, e soprattutto ogni azione di Antonio: in fondo al cuore, lei sperava mi facessi avanti con Giada, sapeva che avrei potuto conquistarla e togliermi strani pensieri davanti. E fu così che combinò una sorta di "incontro casuale" nell'area giochi del Bagno Risorgimento, dicendomi testualmente: "Se vieni al parco giochi c'è una sorpresa per te, come quella che ti regalai quel pomeriggio in camera (vedi Confusione e ritorno - 4), che tanto ormai la spiaggia è vuota". Io al solo pensiero di rivedere il culo di mia sorella a pochi centimetri dalla mia bocca, ebbi una poderosa erezione, e senza pensarci dissi solo: "Ok, come vuoi e tutto quello che vuoi". Ero in trance, ma quando dopo un quarto d'ora andai al luogo dell'appuntamento (un piccolo giardino ricavato dietro i campi da calcio e tolto alla visuale di tutti) trovai Giada col suo solito bikini verde e rosso che tanto mi faceva impazzire. Mi batteva il cuore, ma ero deluso e combattuto tra il cercare mia sorella Erika e restare invece con Giada. "Mi ha detto tua sorella che mi cercava qui, ma non la vedo arrivare - disse nervosamente - te l'hai vista, per caso?". Io ...
... iniziai a realizzare: "Allora stiamo aspettando la stessa persona - le sussurrai ridendo -, e mi sa che ci ha preso in giro". Giada era in evidente difficoltà, io peggio, ma era l'ultima occasione prima della fine della stagione: lei sarebbe ripartita per Modena assieme ai suoi familiari, io avrei ricominciato il solito tran tran, e l'avrei rivista forse durante le vacanze di Natale. All'epoca non c'erano cellulari o compagnie aeree low cost, e le distanze erano spesso incolmabili. Presi il coraggio a tre mani, mi avvicinai a lei senza guardarla in faccia dicendole solo: "Mi mancherai, e soprattutto finirò questa estate con tanti rimpianti". Lei arrossì, tremava e si sedette sull'altalena. Riuscii a guardarla negli occhi, ma mi mancava il coraggio. Allora mi misi dietro di lei e iniziai a spingere l'altalena, quasi a scandire il tempo per decidere il da farsi: realizzare un mio sogno o mollare tutto. Dopo qualche spinta e due minuti di silenzio assoluto, fermai l'altalena, l'abbracciai da dietro e le schioccai un bacio sulla guancia. Era una sorta di test: prendere o lasciare, e male che vada, avrei avuto un ceffone. Giada sorrise e disse solo: "Finalmente". Ci baciammo appassionatamente, quelle pomiciate tanto decantate dal mio amico Antonio, e soprattutto fui a contatto con quel corpo che tanto mi aveva ispirato durante i miei momenti solitari chiuso in bagno, o quel pomeriggio in acqua quando mi strusciai sul culo di Antonio (vedi Confusione e ritorno - 1) restando senza ...