1. Confusione e ritorno - 5


    Data: 27/03/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alberto Bellettini

    ... fiato. "Sei bellissimo - mi sussurrò lei - bellissimo e buffissimo. Come ti ho sempre sognato nei miei sogni ad occhi aperti e nel mio lettino". Le toccai quelle tettone, e preso dalla foga e soprattutto fortificato dal fatto che nessuno poteva vederci, la presi in un angolo e le abbassai il reggiseno, leccando il suo seno e quella grossa aureola come fossi un neonato: "Albe noooo, mi fai bagnare noooooo - diceva cercando di parlare a bassa voce - dove hai imparato queste cose?". Non potevo mica dirle che mi ero fatto una cultura di videocassette e giornaletti, e continuai a leccarle il seno e morderle le labbra. Volevo spingermi oltre, ma mi limitai a metterle una mano a quel culo rotondo e cicciottello, facendo scorrere la falange lungo la striscia tra le chiappe. "Come sei femmina - le spiaccicai - hai un corpo fantastico e ti amo". Lei era muta, rossa come un peperone si avvicinò al mio orecchio sinistro leccandomi il lobo e dicendomi: "Sono tutta bagnata, maledetto. Se non mi credi, senti". Infilò la mia mano nella sua fessura: era un lago, sentivo i suoi umori attaccarsi al costume da bagno, e l'odore forte. Intravidi la sua folta peluria e le gocce di secrezioni che si attaccavano ai peli. La trastullai senza tanto romanticismo fino a quando non venne sul mio polpastrello ormai fradicio. Non ebbi il coraggio di leccare i suoi umori, anche se avrei voluto farlo, ma intanto Giada mi mise una mano sulle mutande, tastando il mio cazzo che scoppiava in quella chiusura ...
    ... forzata. "Aveva ragione Antonio - rideva come una matta - aveva proprio ragione". Io fui scioccato, mi passarono mille pensieri per la testa, e non belli. Lì, davanti alla ragazza dei miei sogni, mi caddero le braccia e volevo andare via, riuscendo solo a dirle: "Aveva ragione su cosa"? E lei continuava a ridere: "Che quando fate i confronti tra chi ce l'ha più lungo come fate sempre voi ragazzi, tu l'hai più grosso del suo, ma non tanto lungo - disse mentre iniziava a menarmelo me senza tirarlo fuori -, e tua sorella cercava di cambiare discorso". L'adrenalina mi tradì: tra la paura che avesse saputo delle mie esperienze con Antonio e mia sorella Erika, e l'eccitazione della situazione, venni dentro le mutande dopo pochissimi secondi. Lei mi guardo complice e mi accennò un semplice: "Ti amo, coniglietto". E se ne andò via, cercando di coprirsi il costume macchiato dei suoi umori correndo verso le docce, per non dare nell'occhio. Io mi sedetti da solo sull'altalena, e poi mi buttai sulla sabbia per sporcare i miei slip da mare e quindi orchestrare la pietosa messa in scena. Mia sorella Erika giunse quasi in punta di piedi, e mi vide solo in quel giardino: "Cazzo succede - si girò con la consueta simpatia e raffinatezza -? Non dirmi che non sei riuscito a dichiararti e realizzare il tuo sogno". Non ebbi il tempo di rispondere che arrivò anche Giada, bagnata dalla doccia, e ci trovò assieme: "Grazie Erika, grazie di tutto - le confidò con quel tono che solo la complicità tra donne ...