Le notti di Emma
Data: 27/03/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: babbacombe_lee
... della catena, li tirava in basso.La fecero camminare ed ogni passo era un tormento, perché il ferro si muoveva e le provocava delle fitte terribili.La catena le sbatteva in mezzo alle gambe e sentiva il metallo freddo degli anelli strusciare sul suo ventre e sul suo sesso.Per cercare di alleviare il dolore, visto che ora aveva le braccia libere, mise le mani a coppa sotto i suoi seni, cercando di sostenerli.Non sapeva se questo le sarebbe stato permesso ma provò, ed i due carcerieri non le dissero nulla.�Basta così. Fermati.�Dal soffitto pendeva un grosso gancio di ferro arrugginito, il nero alzò un braccio, afferrò il gancio e lo tirò verso il basso, mentre il suo compagno si chinava per prendere il capo libero della catena, tra le gambe di Emma.�Agganciato, comincia pure a issarla.�Il nero si era messo all'opera, manovrando un rudimentale argano di legno ed Emma, tra mille rumori e cigolii, si sentì tirare verso l'alto.Uno strappo terribile ai suoi seni e lei, in un disperato tentativo di salvarli, si aggrappò con le mani alla catena cercando di sollevarsi.L'uomo all'argano si fermò e si volse verso il giudice.�Continua pure, non ti preoccupare, si stancherà presto, basterà qualche frustata per farle mollare la presa.�La sollevarono ancora, poi bloccarono l'argano.Era sospesa a meno di un metro da terra, aggrappata disperatamente con le mani agli anelli della catena.Prima che iniziassero a frustarla, pensò che era meglio salire il più possibile verso l'alto e si ...
... arrampicò velocemente lungo la catena.Le sue mani si erano aggrappate con forza agli anelli di metallo, avrebbe resistito fino alla fine, ne era convinta.In basso, i due carcerieri avevano impugnato una frusta per uno e si erano messi uno avanti e l'altro dietro.Il giudice prese uno sgabello e si sedette di fronte ad Emma, deciso a godersi lo spettacolo.Le prime due frustate arrivarono quasi all'unisono, colpendola sul sedere e sulle caviglie.Emma gridò per il dolore e si aggrappò più forte alla catena.Continuarono a colpirla e lei vedeva le sue gambe, col passare del tempo ricoprirsi di segni rossi e violacei.Il giudice aveva ragione: non avrebbe resistito a lungo.Le sue dita stavano perdendo forza e la pelle sudata scivolava sul metallo della catena.Perse un anello, poi un altro.Stava scendendo lentamente e la curva che faceva la catena si riduceva sempre più.Cedette di colpo quando una frustata, più forte delle altre, le attraversò la parte bassa della pancia, ferendole la vagina.Sentì gli ultimi anelli scorrere velocemente tra le sue dita, ormai senza forza, poi uno strappo terribile.I suoi seni erano proiettati verso l'alto ed il sangue, che ultimamente si era fermato, aveva ripreso a scorrere, dalle ferite causate dallo spiedo.I fori, prima tondi e regolari ora si erano slabbrati ed allungati, la carne non avrebbe sostenuto il peso del suo corpo e si sarebbe irrimediabilmente strappata.Avevano spento la luce.Nel buio sentì una voce che diceva �l'aceto, datele l'aceto.�L'odore ...