Viaggiatore
Data: 28/03/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: maxxx13
... c’erano innumerevoli gru che spostavano merci e carbone e centinaia di navi si muovevano tra fiume e mare. Quindi Amburgo, la città della Lega Anseatica: ci si arrivò navigando lungo il grande estuario dell’Elba per circa 54 miglia marine (100 Km). Una città aperta al mare: Carlo Magno nell’879 vi fece erigere una fortezza che poi dette il nome alla città, Hammaburg. Ricordo che lì la vita non si fermava mai: luterana di giorno, frizzante di notte. In particolare nel popolare quartiere di Reeperbahnn.
Ecco, lì, appunto.
Nel distretto di St. Pauli c’è una lunga strada di nome Reeperbahn. Oggi così turistica da aver perduto il fascino di una volta. Allora invece, nel 1960, era ancora frequentata dai marinai di ogni parte del mondo. Essa rappresentava l’esplorazione, l’avventura, la scoperta. Curiosità e piacere della conoscenza.
Così sbarcammo e Totò, insieme ad altri due complici, in un tardo pomeriggio di settembre, quando la città si accese e ci offrì le luci sfolgoranti, mi portò in Reeperbahn. Furono le insegne colorate a svelare cosa dovevo sognare e a farmi capire il senso delle strane manovre dei giorni precedenti. Intanto era esplosa la notte, togliendomi parole e storie sarebbero ritornate all’alba, in un nuovo giorno da raccontare.
Gertrud ...
... stava in vetrina, sotto fasci di luce rosa, tra sorrisi e sguardi languidi.
Totò la salutò ed entrò, lasciandomi fuori coi compari. Ricomparve dopo pochi minuti di contrattazione e spiegazione, mi chiamò e mi disse: “Vai ora tocca a te. Pensa a tutto Gertrud”.
Lo ammetto: all’inizio giocò il fattore nervosismo. Gertrud se ne accorse. Mi spogliò lentamente. Poi mi aiutarono la sua perizia e la sua pelle liscia, vellutata, profumata. Le carezze mi sintonizzarono sulle emozioni. E l’incontro hot da subito perse l’effetto di “iniziazione” per diventare una nuova esperienza. Mi lasciai guidare, dominare e poi fu naturale prendere il comando fino alla fine.
Le luci dell’alba nordica non tardarono ad illuminare il giorno dopo. Tornammo tutti a bordo, in silenzio. Rimanevano appena due ore di riposo prima che la nave iniziasse le manovre di partenza. Ed ebbi quindi a disposizione solo qualche minuto per avvertire Totò che avrei gradito un “ripasso” anche nel porto successivo, quello di Goteborg, in Rosenlundsgatan.
Non fu come la prima volta, ma rimase un’esperienza “forte”.
La terza fu a Helsinki, in Alekis Kiven Katu.
E mio padre?
Non alluse mai a nulla. La prova più chiara che era stato il mandante.
Voleva che anch’io diventassi “navigato“..