Power games
Data: 28/03/2018,
Categorie:
Scambio di Coppia
Autore: afrodite1969, Fonte: Annunci69
... inclinazioni, come la maggior parte delle sue allieve – quelle belle, s’intende – l’esame lo facessero nel suo studio privato, adeguatamente dotato di divano letto; e qualcuna addirittura in villa, così anche la mogliettina poteva divertirsi con qualche giochetto a tre.
Anche a lei piaceva giocare, specialmente al gatto e al topo, e quello doveva essere un bell’esemplare di topo, uno di razza; difatti, si era vestita con uno dei suoi abiti più belli, quello blu lungo fino alle caviglie ma con due spacchi laterali che arrivavano all’anca; e le due fasce che partivano dalla vita, coprivano a mala pena il seno abbondante, e si annodavano dietro la nuca, producendo così una scollatura vertiginosa. Ma quando lei gli era andata incontro, con la pelliccia ben aperta – pelliccia vera ovviamente, che lei se ne fregava degli animalisti, degli ecologisti, e di tutti gli altri fanatici della natura: volpi, visoni ed ermellini esistevano solo per ricoprire magnificamente le donne magnifiche come lei! – lui aveva mantenuto lo sguardo fermo nei suoi occhi, fingendo di non aver minimamente notato lo splendore che gli si offriva. “Ok, uno a zero per te”, aveva pensato tra sé: aveva sfoderato il suo miglior sorriso, e senza dir nulla gli aveva offerto da baciare la mano inguantata fino al gomito.
Anche quando erano rimasti soli in sala, e lei si era seduta nel divano di pelle color crema, accavallando le gambe e lasciando emergere dallo spacco la gamba fino al pizzo delle ...
... autoreggenti, lui non si concesso neanche una brevissima occhiata, ma aveva continuato a sorridere come se niente fosse – anzi, come se stesse pregustando la vittoria! “Due a zero, maledizione!”. Allora si era alzata per non lasciar trapelare l’irritazione, e si era diretta verso la vetrata; e tanto per rompere lo schema, aveva detto piano: “Vivete in un posto bellissimo, la vista è fantastica”. Dopo qualche istante se l’era ritrovato dietro, quasi addosso: “Dalla torretta è ancora meglio: venite con me!” E si era avviato senza attendere una risposta! Non ci poteva credere: un affondo così, diretto, a pochi minuti dall’inizio della partita: pazzesco! Per un istante pensò di chiudere lì: a quel punto era difficile rimontare, il vantaggio accumulato era decisamente eccessivo; ma sapeva che in quel caso lui avrebbe cantato vittoria, anche se solo ai punti, e questo proprio non le andava giù. E allora via, anche lei su per la scala a chiocciola. Sopra c’era lo studio, tutto palchettato e arredato in legno, con le pareti foderate di libri, la scrivania, l’immancabile divano, e al centro della stanza un caminetto fantascientifico, sospeso da terra (anzi, appeso al soffitto) e vetrato su tutti e quattro i lati.
Decise di rischiare il tutto per tutto: non lo degnò di uno sguardo, non disse nulla, lasciò cadere a terra il vestito, e passando vicino al caminetto si diresse alla parete vetrata che aveva di fronte; poi si sfilò anche le mutandine, e si appoggiò con le mani e col seno sul vetro ...