1. Io e Mary


    Data: 29/03/2018, Categorie: Etero Autore: FGL 79, Fonte: EroticiRacconti

    Succede spesso quando salgo in soffitta, di aprire vecchi scrigni e di imbattermi in foto o ricordi della mia infanzia. I quaderni si sono mantenuti bene, nonostante il tempo, rileggo ciò che scrivevo: appunti, introspezioni, sogni. Tra i quaderni, una foto: Casalabate (LECCE) DATATA 1997. Dietro una vecchia dedica e la firma scritta col rossetto che ancora persiste. Nella foto io e una ragazza Mary. La ragazza che mi fece perdere la testa in quell'estate in cui preparavo gli esami di maturità. Lei era castana, capelli lisci, occhi più chiari dei miei. Stessa comitiva, stessi sogni, forse aspettative diverse. La conobbi a Marzo, in piena primavera, sui gradini della stazione di Lecce, lei con le sue amiche che erano anche mie frequentavano un'altra scuola. Ma la comitiva era quella. Ci presentarono, ci guardammo, la invitai alla festa di primavera che avevano organizzato al locale dove suonavo e dove ero socio e lavoravo ( locale che nel frattempo ho comprato e ampliato ). Quella sera suonavamo li. Si, perchè a 15 anni con degli amici avevamo messo su un bel gruppo: I BASSIFONDI DELL'ANIMA ci chiamammo, ma ben presto cambiammo il nome in FANTASMI DEL PASSATO. Io suonavo il BASSO elettrico e in caso di necessità battevo tamburi. Poi c'era EMY la nostra cantante chitarrista, rockettara, alle tastiere CHARLY mezzo scozzese e mezzo italiano. Insomma campavamo con la musica. Le canzoni le scrivevamo da noi, la musica tutti a turno, ed i testi io ed EMY. Con Emy abbiamo fatto ...
    ... un percorso umano particolare dall'asilo non ci siamo mai persi di vista. Ed evitavamo d' innamorarci di noi perchè non volevamo rovinare il rapporto d'amicizia che c'era. Alle 19 ecco i miei amici che prendono i primi posti ed occupano i tavolini. Con loro, MARY, che con un cenno degli occhi e un sorriso mi saluta, io ricambio, mentre accordo il basso. Dopo il ceckin , scendiamoa salutare gli amici, a bere qualcosa. Mi avvicino a MARY che aveva appena mandato un sms, le sorrido e le dico: mi fa piacere che sei venuta a sentirmi un motivo in più per suonare meglio. Prendi qualcosa da bere? Lei si guarda intorno e dice: si, voglio un succo. Al locale non serviamo succhi , serviamo alcolici e bibite, acqua, ma non succhi. Lei insiste, voglio un succo. Si alza e mi fa cenno con la testa di seguirla. Mi porta in bagno, chiude la porta e mi dice: voglio un succo, mentre parlava, mi slacciava la cinta e mi abbassava i pantaloni con la bocca, mi tirò giu anche le mutande e iniziò a spompinarmi. Ricordo ancora quella sua lingua che sentivo, sul mio pene, sulla cappella, poi lo infilava tutto in bocca e lo succhiava fino a farsi schizzare ed ingoiare lo sperma. Buono il succo, ne voglio ancora, mi dice, ma non ora, dopo, quando lo decido io. Si risistema e torna in sala. Io, con le gambe molli, facevo fatica a rialzarmi i jeans, ma dovevo farlo, mi sentivo debole, stanco, strano, svuotato. Alle 21 iniziamo a suonare alle 23 ultima canzone; in sala il pienone, birre, fumo, piatti che ...
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