1. Cercalavoro


    Data: 30/03/2018, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Autore: MarcoB

    Giorgia ed io, eravamo, nonostante i nostri venticinque anni, fidanzati da molto tempo. Ai tempi del liceo era scoccata la scintilla e avevamo cominciato a fare coppia fissa. Eravamo cresciuti insieme e fatto le esperienze che contano insieme. Giorgia è molto bella, alta e longilinea, con due tette che gridavano vendetta. Ma soprattutto, aveva un culo che funzionava da calamita per i maschi. Quando andavamo in giro dovevo continuamente difenderla dai tentativi continui di abbordaggio dei giovanotti della zona. Io sono alto e muscoloso e sempre sorridente. Insomma siamo quello che si dice una bella coppia. Il lungo fidanzamento aveva un po’ affievolito la passione e gli slanci erotici, ma le cose funzionavano egregiamente. Avevamo deciso di andare a vivere insieme, ma la morte di sua padre, frenò i nostri progetti. Mancavano i soldi e on il padre se ne era andata anche la possibilità di un aiuto. Giorgia decise che era arrivato il momento di cercare un lavoro per finanziare i nostri progetti. Ma in provincia non è così facile la ricerca di un lavoro e, dopo molti tentativi, lei decise di giocare la carta presso l’azienda dove aveva lavorato suo padre e, in particolare, di chiedere al suo vecchio capo che era un personaggio molto in alto in azienda. Chiese un appuntamento e l’ottenne per le diciotto di un martedì di gennaio.Aspettammo in sala d’attesa quasi venti minuti. La segretaria di affacciò sulla porta e ci invitò ad entrare. Giorgia si incamminò ed io rimasi seduto, ...
    ... ma la segretaria invitò anche me ad entrare. L’ufficio in cui entrammo non era molto grande. L’ometto era seduto ad una scrivania con alle spalle una libreria stracolma di libri. Chissà se li aveva letti tutti! Alla sua destra un largo finestrone che, protetta da una tenda di quelle tipiche degli uffici, dava sulla strada. Sulla sinistra un tavolo da riunione per sei otto persone. Davanti alla scrivania una sola sedia. Giorgia si avvicinò alla sedia senza sedersi. Lui guardò lei e le indicò la sedia, guardò me e, per uscire dall’imbarazzo generale, disse: “lei può sedersi su quella sedia dietro il tavolo”Fu l’ultima volta che mi guardò e si rivolse a me. L’ometto era piccolo e grasso, con un gran nasone e completamente calvo.Giorgia cominciò a parlare e a descrivere il motivo che l’aveva spinta a chiedergli un incontro. Gli raccontò di quanto suo padre fosse affezionato e della stima che gli portava. Poi gli raccontò dei suoi studi ed infine delle sue aspirazioni e della necessità di lavorare. A terminare il discorso, fu la segretaria che si affacciò e disse che andava via. Erano le diciotto e trenta in punto.Lui congedò la segretaria e poi, rivolto a Giorgia, disse: “Signorina ricordo bene suo padre ed ho apprezzato molto il suo lavoro. Ho saputo che è deceduto e me ne dispiace molto. Le faccio le mie condoglianze. Farei qualunque cosa per favorirla, ma purtroppo la nostra azienda, seppure navighi molto bene, non ha bisogno di una figura come la sua, né ne avrà bisogno nei ...
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