Immigrazione incontrollata
Data: 01/04/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Simone Turner
Il mio fidanzato, Daniele, si rannicchiò sul divano con lo sguardo basso quando vide i cinque ragazzi di colore sconosciuti che avevo portato con me. Sapeva che erano tutti lì per giocare con lui, per il mio divertimento. Se i ragazzoni neri avevano avuto qualche perplessità quando avevo illustrato loro la mia proposta, uno sguardo al mio fidanzato, nudo sul divano e con lo sguardo terrorizzato, li convinse immediatamente che ero serio. Non solo stavano per essere pagati, ma avrebbero avuto a completa disposizione un bel culetto bianco tutto da scopare. Daniele emise un dolce piagnucolio rassegnato mentre i ragazzi gli si avvicinarono, studiandolo. Il più piccolo era un metro e novanta di solida muscolatura, e gli altri erano tutti più alti e grossi di lui. In precedenza aveva già avuto a che fare con uomini simili, quando ero dell’umore giusto per essere intrattenuto. «Dunque, vi sto pagando un sacco di soldi per andarci giù pesante con il mio ragazzo, intesi? Voglio sentirlo gridare e non mi interessa se non potrà camminare dritto per una settimana.» Il mio cazzo era duro come la roccia stretto nei pantaloni. Non so perché, ma niente mi eccitava come fare davvero male al mio tenero e dolce fidanzato. Era un ragazzo molto sensibile, una femminuccia. All’inizio si era lamentato per i miei modi troppo bruschi durante il sesso. Ma avevo fatto presto in modo che ci facesse l’abitudine, e ormai non protestava più. Quasi mai. I ragazzi iniziarono a spogliarsi, schernendo il mio ...
... ragazzo rannicchiato sul divano. «Ti piace il cazzo nero? Ne hai mai preso uno grosso come una lattina di coca?» Mi ero assicurato che fossero tutti molto dotati, prima di ingaggiarli. Il più piccolo era venti centimetri, il più grande ventiquattro. Daniele stava per passare un brutto quarto d’ora. I muscolosi ragazzi neri si erano spogliati completamente, erano sudati e i loro corpi luccicavano. Gli enormi tronchi pulsanti che avevano tra le gambe erano così spessi e pesanti che faticavano a stare dritti, e gocciolavano di presperma denso e trasparente. Ero sicuro che alla fine della festa avrei dovuto portare Daniele dal dottore, se non altro per far mettere i punti al suo buchetto strappato. «Bene, spero, che gli darete una lezione prima di scoparlo. E non preoccupatevi di fare qualche danno, ho un amico medico che lo scopa ogni settimana. Sentitevi liberi.» «Sì, ci divertiremo!» Uno dei ragazzi aveva sollevato la testa del mio fidanzato e iniziato a schiaffeggiarlo sul viso con il suo enorme pezzo di carne nera, lasciandosi dietro una serie di scie di presperma. Un altro stava cercando di farsi strada a secco nel suo buchetto posteriore con le dita ruvide e tozze. «Porca troia, guarda che buchetto rosa.» Ringhiò facendoci affondare brutalmente i pollici. Daniele si irrigidì sul divano e provò a gridare ma la sua bocca fu invasa da una carnosa cappella scura. Io avevo già iniziato a masturbarmi, seduto sulla mia poltrona a poco più di un metro dal gruppetto male assortito. ...