1. Angela recupera il tempo perduto - parte 3


    Data: 03/04/2018, Categorie: Etero Autore: Ing, Fonte: EroticiRacconti

    Finita la serata Le proposi di venire a casa da me, ma doveva tornare a casa a riprendere il figlia Durante la domenica a parte qualche messaggio di saluto non successe nulla. Il lunedì pomeriggio si ripresentò per la classica lezione con una proposta che non potevo rifiutare. A: Buongiorno prof., ho una proposta per lei Io: Devo preoccuparmi? A: Scemo …, Siccome sto indietro con il programma e i progressi ci sono ma lenti, vorrei proporti una proposta. Io: Sentiamo A: Ad ogni esercizio che risolvo bene, tu fai una cosa per me, ad ogni esercizio risolto male, io farò una cosa per te ma dovrai farmi vedere come si risolve, ci stai? Io: Va bene, ci sto tanto oggi pomeriggio solo con te ho lezione Assegnai degli esercizi e nel frattempo continuai a fare alcuni lavori d’ufficio, in quella giornata dovevo effettuare una conference call con un gruppo di persone in cantiere. Iniziò e dopo poco sbaglio il primo esercizio, dopo averle spiegato il procedimento giusto, riscattai il primo pegno (doveva rimanere senza maglia, con solo il reggiseno per tutta la restante giornata). Finito il secondo esercizio, anche qui commise un errore, anche se era un errore semplice, reclamai il pegno (doveva rimanere senza pantalone, solo con reggiseno e slip per tutta la restante giornata). Inizio il terzo esercizio, ma arrivò anche l’ora della videochiamata col cantiere. Mentre parlavo nell’altro sentì un urlo di soddisfazione, l’esercizio era esatto. Abbozzai un sorriso e continuai a parlare, ...
    ... mentre lei scrisse su un foglio. La vidi avvicinarsi a quattro zampe ed infilarsi sotto la mia scrivania, mi abbasso i pantaloni e le mutande ed inizio un pompino da favola, mentre io paonazzo continuavo a parlare nella videochiamata. La mia presenza diventava sempre meno incisiva, parlavo pochissimo e cercavo di evitare gesti che mi facessero scoprire, intanto lei imperterrita continuava a leccare e succhiare il cazzo e le palle. Con la mano cercavo di spingerla sempre più il cazzo in gola, per evitare si notasse il sali e scendi del braccio, ma mi blocco dicendomi A: Smettila altrimenti inizio ad ansimare ed esco tutta nuda, è il tuo pegno e devi pagarlo. Continuai la videochiamata e ogni volta che intervenivo mi mordicchiava le palle, se avvicinavo le mani a lei mi mordicchiava, tentando in tutti i modi di umiliarmi durante la chiamata. Terminata la chiamata si alzò e si risiedette al suo posto, tutta soddisfatta. Le assegnai un ultimo esercizio, avevo una rabbia che avrei voluto vendicarmi, ma senza esagerare, volevo stare al gioco facendola sentire quella più forte, ma in realtà quello che aveva ricevuto il pompino ero io. L’esercizio era troppo difficile, tanto che anch’io feci difficoltà a completarlo, ma appena terminato l’esercizio reclamai il pegno. A: Dai stavo scherzando, non esagerare, era solo un gioco, si clemente, ti prego niente umiliazioni pubbliche, io non l’ho fatto Io: Devi completare quello che hai iniziato, infondo mi hai lasciato a metà A: Tutto qua? Niente ...
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