1. La tempesta perfetta


    Data: 04/04/2018, Categorie: Etero Autore: fiamma111

    ... spumeggianti ed ogni volta lei tratteneva il respiro in un apnea che la innalzava ad un piacere sempre maggiore, fino a portarla sopra il suo corpo, in una nube di pura elettricità. Ed in quell aura di energia c’ era lui, lui che si nutriva dei suoi gemiti e sorrideva soddisfatto, come un vecchio lupo di mare che cavalca le onde, che si inebria della sua spuma, eccitato e carico, anch’ egli sul punto di esplodere, non prima di aver dominato lei ed atteso l’ onda perfetta da cavalcare.
    
    Con un movimento deciso portò il suo corpo tra le sue cosce, riportandola alla realtà, e lei, in quell’ attimo di lucidità prese lo slancio e si tuffò negli occhi di lui, azzurri e chiari come un mare glaciale e in quel ghiaccio un brivido le attraversò il corpo, nello stesso istante lui la penetrò.
    
    Fu il contatto violento di un iceberg contro una roccia di lava, il suo cazzo duro e bollente spingeva in lei ed ad ogni spinta lei si scioglieva un po’ di più in un vapore di mugolii e gemiti, in un piacere quasi irreale, in un susseguirsi di orgasmi. E quando fu sull’ onda più alta, lui la lasciò cadere, non la riprese, lasciò che il suo piacere si schiantasse in quel mare agitato e la lasciò in balia di flutti ed i suoi sospiri ora si schiantavano contro di lui che la sovrastava, sciogliendosi in mille goccioline di sudore simili a polvere di stelle e lentamente tornò la calma.
    
    Ora era lui la preda, sdraiato sul letto, gli occhi fissi in quelli di lei che sorrideva e gli si avvicinava ...
    ... senza fretta, fino a portarsi tra le sue gambe, posando il capo sul suo ventre per baciare la sua pelle , la lingua che disegnava nuove strade per il piacere, mentre assaporava il sapore di lui: misto di muschio, tabacco, cioccolato ed acqua di mare.
    
    La sua lingua lasciava una scia lucida e calda, come una lumachina seguiva un percorso all’ apparenza senza meta, ma che la portò lì, il pene eretto poggiato sulla sua guancia, la punta della lingua che ne seguiva il profilo. “Mio” , sussurrò soffiando su di lui il suo alito caldo, un mormorio che stregava come il canto di una sirena, seguito dalle labbra di lei che si schiusero ad inghiottire l’ asta pulsante e fu avvolto dal calore dolce e umido della sua bocca. Prese a scivolare su e giù, con le labbra che baciavano, succhiavano, stringevano per poi schiudersi e scendere più giù, la lingua bagnata che leccava il suo scroto, la pelle morbida e vellutata dalla consistenza di un frutto maturo, era in quei momenti che lui restava senza fiato, con il piacere sospeso, ma lei tornò alla carica, stavolta con più foga, mugolando il suo canto di sirena con la bocca piena di quel frutto proibito che succhiava con sempre più appetito, mentre le mani lo accarezzavano in ogni dove, spingendolo sull’ orlo dell’ abisso. Fu un fremito, un tuono lontano, l’ onda lunga di uno tsunami che attraversò il suo corpo ripetutamente fino ad esplodere spumeggiante nella bocca di lei, schizzandole le labbra, il volto, per poi tornare braccato ed avvolto ...