1. Un processo americano


    Data: 04/04/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... poco prima di entrare in porto, facendolo schizzare un po� fuoribordo un po� sul mio petto. Ricordo ancora le risate con la mia amica nel taxi che ci riportava a casa mentre glielo raccontavo.��Finì tutto lì?��No, ovviamente. Continuarono a arrivare mazzi di fiori, a volte rose, a volte orchidee, a volte fiori esotici che non conoscevo. Fui costretta a chiamarlo per dirgli di smettere, la cosa mi stava creando problemi al lavoro. Accettò ma in cambio volle che passassi il fine settimana con lui. Mi portò a una villa sulle colline, con un parco immenso. Anche lì c�erano diverse persone, i maschi evidentemente VIP, riconobbi personaggi del gossip e politici, e tante belle ragazze. Passai il sabato in piscina in compagnia di altre ragazze. Joseph veniva ogni tanto a vedere come stavo, era impegnato in colloqui con alcuni personaggi noti; immagino stesse �lavorando� anche lì in una riunione continua. Dopo cena andai in camera e mi addormentai. Venni svegliata da un tocco leggero. Era Joseph che, disse, voleva augurarmi la buonanotte. Mi lasciò così, con un bacio casto e se ne andò lasciandomi confusa. Credevo volesse avermi e invece era andato via senza dire nulla.Il giorno dopo passò in fretta e mi divertii ancora con le ragazze. Ogni tanto vedevo qualche coppia appartarsi ma Joseph non me lo propose mai. Sinceramente un po� ci rimasi male. Andando via lo ringraziai per essere stato un gentiluomo. La sua risposta la ricordo perfettamente:�Non sono un gentiluomo, e lo scoprirai. ...
    ... Oggi non eri pronta. Lo sarai presto�Tornai a casa ancora più confusa. La storia continuò per altro tempo. Andavo in barca con lui, questa volta senza la mia amica, a volte mi portava a visitare una città, un museo. Solo una volta facemmo sesso insieme, e ancora fu sesso orale. Al ritorno da un�altra città, nella sua auto, volli ringraziarlo e mi gli avvicinai sul sedile posteriore sbottonandogli i pantaloni. Lui mi lasciò fare, alzò solo il vetro che ci divideva dall�autista. Lo succhiai un�altra volta, lo volevo veramente, volevo veramente ringraziarlo per le splendide giornate passate insieme. Quando arrivò il momento mi tenne ferma la testa impedendomi di staccarmi. Non mi ribellai, non ero una ragazzina, ingoiai il suo seme pulendolo poi per bene e riabbottonandogli i pantaloni. Oramai erano tre mesi che uscivamo insieme. Quel sabato mi portò in un locale di cui eravamo gli unici avventori. I camerieri erano tutti a nostra disposizione. Misero della musica lenta e lui m�invitò a ballare. Mentre eravamo abbracciati non potei non sentire il suo membro che premeva contro di me, duro, le sue mani calde sulle mie spalle, sulle mie braccia. Ballammo ancora, tra un bicchiere di champagne e l�altro, e alla fine ero eccitata anche io a sentirlo strusciarsi contro di me, il suo fiato caldo sul mio orecchio mentre mi sussurrava cose sconce. Quando andammo via ero più che pronta e lui lo capì. Mi portò a casa sua e per la prima volta facemmo l�amore. Non mi aspettavo tanta irruenza ...
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