1. Ahi! brucia. fai piano che e' grosso


    Data: 12/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo, Fonte: Annunci69

    Tiravo seghe a tutti.
    
    Non ricordo neppure quando ho fatto la prima sega a qualcuno. Loro se lo tiravano fuori ed io glielo prendevo in mano. Succedeva anche più volte al giorno, ero sempre sporco di sborra.
    
    Dicevano che ero un bravo segaiolo, le mani delicate, una certa tecnica. Accarezzavo quei cazzoni, ci facevo scorrere sopra la mano, li scappellavo e dopo averli ben lubrificati con la saliva massaggiavo il prepuzio con il pollice, venivano presto.
    
    Il salto di qualità ci fu quando arrivò in casa mia T..
    
    T. era il figlio della signora F., che veniva ad aiutare mia madre nelle faccende di casa.
    
    Intendiamoci, lo conoscevo già, frequentava anche lui l'oratorio e gli avevo già fatto qualche sega.
    
    Ogni tanto passava a trovare F. e trovava anche me, mi parlava quasi esclusivamente di sesso, aveva la ragazza ma era una seria, di chiesa, solo qualche limonatina e non gliela faceva nemmeno vedere.
    
    Così era sempre carico, gli ormoni a mille e panciate di cazzo duro senza sfogo, aumentò le visite, ora si faceva masturbare in continuazione. Ogni occasione, ogni attimo sfruttabile era buono per farsi fare una sega ed io, peraltro, gliele tiravo volentieri.
    
    In occasione di una di queste seghe assaggiai per la prima volta la sborra, mi aveva schizzato sulla pancia ed io mi stavo ripulendo con la mano che mi era rimasta impiastricciata e lui: “Dai, leccala!”, io, ovviamente, obbeddi ed un po' titubante mi la leccai, non era certo un gran sapore, ma non mi ...
    ... dispiacque, mi succhiai anche le dita.
    
    Dopo glielo ripresi in mano, a vedermi leccare si era eccitato di nuovo.
    
    Anche lui mi toccava, però si gurdava bene di avvicinarsi al mio fringuellino, era “roba da froci” diceva, però lisciarmi il culo andava bene.
    
    E queste lisciatine stavano aumentando di intensità, il dito aveva cominciato a forzare il buchetto intonso, entrava, ogni volta andando sempre più in profondità. Il bruciorino iniziale lasciò ben presto spazio al piacere, una cosa strana, che non nasceva dalla penetrazione, dal dito in culo ma dal fatto che io stavo lì piegato, completamente sottomesso al mio partner, fin da allora succube, nella posizione che di lì a poco mi sarebbe diventata abituale.
    
    Infatti si cominciava a ronzare attorno al mio orifizio, non solo T., ma anche M. e gli altri dell'oratorio, le seghe non bastavano più.
    
    “Mi sa che ti faccio il culo. Ti va? secondo me ti va, sei una troietta, sei nato per questo. Me lo vuoi dare?”, quel pomeriggio T.
    
    doveva essere pieno come un uovo, gli occhi lucidi e la fava rigonfia.
    
    “Tanto te lo fanno il culo, ti vogliono inculare anche gli altri. In giro si parla di te, ti tocca”.
    
    Eravamo seduti sopra una panchina, in un piccolo parco, con noi c'erano un altro paio di tipi, piuttosto interessati ma T. non si faceva scrupolo di dirmi queste cose.
    
    “Che facciamo, andiamo?”, insisteva.
    
    “Lo puoi portare nella stanza, lì state comodi” suggeri uno dei due spettatori. La “stanza” era un sottoscala posto ...
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