Io e nicola al campeggio della parrocchia parte 1
Data: 08/09/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: shineone, Fonte: Annunci69
Avevo 17 anni ed ero uno tra i più grandi in quel gruppo di ragazzi che partecipava alla colonia estiva, in montagna, nella casa colonica della parrocchia.
Di ragazzi ce ne erano ti tutti i tipi, brutti, fighi, cattivi, piccolini .. e io non avrei mai immaginato quello che mi sarebbe successo quell'estate con un dodicenne piuttosto smaliziato.
Si chiamava Nicola, ed era un biondino di 12 anni, io ne avevo 17 e di solito, non scendevo mai sotto i 15.
Il pomeriggio, dalle 5 in poi ci ritrovavamo nel cortile a giocare e scherzare, giochi da ragazzi di 15 anni, spintoni, lotte ..abbracci. Fu lui a fare le prime mosse, mi stava sempre attorno e al primo spunto mi saltava addoso e mi abbracciava. Mi rimaneva avvinghiato e non mi mollava ed io per scrollarmelo di dosso ( anche se in realtà non mi dispiaceva) lo solleticavo nelle parti intime e sensibili. Non mi dispiaceva ficcargli le mani nel culo, perfetto, rotondo, e con uno spacco che riuscivo ad immaginare il suo ano. Durante le nostre lotte, lui mi diceva: " cosa mi stai facendo, porco.." ma io non mi intimidivo e spingevo le mio dita sempre più in profondità in quelle chiappette. A lui decisamente non dispiaceva farsi toccare in quel modo, non accennava minimamente a ritrarsi, semplicemente si avvinghiava a me sempre con più forza, ed io,volevo arrivare a toccare quel buchetto sempre in maniera più decisa.
In una di quelle tante ( finte) lotte, Nicola decise di osare di più e mentre io giocherellavo con le mani ...
... nelle sue cosce, lui decise che voleva prendere quel coso che traspariva dalla mia tuta. Mi disse: " adesso ti faccio vedere io" e in un attimo si ritrovò a impugnare il mio pisello che in quei frangenti era sempre durissimo. Si pentì subito di quel gesto così esplicito in pubblico e ritrasse subito la mano. Era visibilmente pentito di quello che aveva fatto e che gli altri potevano aver visto, e per questo quel pomerigio, dopo quell'episodio, prese le distanze, tornò a giocare con i suoi coetanei, quasi mi ignorò.
Il giorno dopo era in programma una lunga camminata di 6 ore in montagna. Il percorso era duro e Giannicola sembrava non pensare ad altro che arrampicarsi, io lo cercavo, ma lui mi sfuggiva.
Pensai che si era pentito di quei giochetti un po maliziosi che ci avevano unito, pensai che forse non era pronto per andare oltre, in fondo era solo un ragazzino, anche se con un culetto da favola. Poi, sula via del ritorno cominciò a piovere e noi percorremmo un'ora e mezza sotto la piogga prima di tornare alla colonia. Eravamo fradici e il capo gruppo ci disse di ascigarsi e di andare a riposare nelle camerate, con quella pioggia non c'era nula da fare.
Nella piccola camera c'erano due letti a castello, io e Nicola occupavao i due posti di sotto e i ragazzi che dormivno sopra erano a fare casino nelle altre camerate. Ero sul letto, allungato, mi riposavo, avevo le gambe a pezzi. Lui si spoglio', rimase con le mutandine, si infilò nel suo letto e cominciò a leggere un ...