1. Raccontatore


    Data: 15/04/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Raccontatore, Fonte: EroticiRacconti

    ... gli rispose cordialmente. Oltre a quello, non parlavano molto di più. Qualche volta era capitato di discutere di un esame o di qualche libro di testo da studiare, ma al di fuori di quello Antonio non era mai stato capace di andare oltre. In fondo, pensava, cosa avrebbe mai voluto quella piccola dea da un vecchio come lui? Avrebbe quasi potuto essergli nonno addirittura, si sentiva addirittura sporco dentro nell’immaginarsi in atteggiamenti intimi con tale giovane bellezza. Ovviamente, ciò non gli aveva impedito di immaginarlo più di qualche volte durante notti insonni caratterizzate dal dormiveglia che si mischiava a sogni erotici proibiti dove lui beveva direttamente dalla vulva fonte della vita il sacro nettare dell’amore. La professoressa era arrivata e aveva cominciato a spiegare, per l’ultima volta. La voce della donna aveva riportato Antonio alla triste realtà. L’ultimo giorno con Vanessa, l’ultima volta che poteva ammirarla, guardarla, sentirla parlare con la sua vocina dal sottile timbro di voce. Un mal di stomaco lo colpì dritto nelle viscere. Si sentì un vero e proprio inetto idiota. Ma quello era. Un incapace e un in idiota che aveva lavorato nell’ufficio comunale del suo paesello per 25 anni senza riuscire a trovarsi una moglie, una donna che lo amasse. Qualche relazione l’aveva avuta, ma nessuna aveva mai realmente funzionato. Fin da giovane non era mai stato bello e l’età, avanzando, aveva fatto crescere la pancia e perdere qualche capello al centro del ...
    ... capo. Ma lui Vanessa l’amava veramente e avrebbe sofferto senza di lei. “Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla”. Fece la professoressa riportando nuovamente Antonio al mondo sensibile. “Insomma, Vanessa. Chi ha detto questa frase?” La ragazza ci pensò un po’, ancora con le cuffiette del walkman al collo, poi parlò. “Cesare Pavese!” Era vero, pensò Antonio. Sia a chi apparteneva la citazione, che la citazione stessa. Era da troppi anni che si teneva quei sentimenti dentro, doveva farli uscire o sarebbero usciti da soli uccidendolo proprio come era successo al venerabile Werther di Goethe! Era deciso, dopo quella lezione avrebbe confessato tutto a Vanessa. Al diavolo ogni pregiudizio, lui non avrebbe chiesto nulla se non continuare a vederla, a stare con lei, almeno per essere radiato dal suo sorriso e dalla sua giovinezza, come il sole che emana calore per gli altri esseri viventi e lei era il suo sole. Quando la lezione finì, Vanessa con fretta e furia impacchettò le sue cose e uscì dall’aula perdendosi tra la folla. Antonio non ebbe il coraggio di fermarla, ma si affrettò ugualmente per seguirla decidendo addirittura di lasciare i libri e lo zaino sul banco, sarebbe tornato dopo a prenderli. Fattosi largo tra i colleghi di corso, uscì nel parcheggio che ora sembrava ancora più infuocato di prima. Antonio sentì un caldo asfissiante e il sole cocente battergli sulla testa ...