La troia dei muratori
Data: 17/04/2018,
Categorie:
Trans
Autore: Troiadentro, Fonte: Annunci69
... porgeva il bicchiere per il primo brindisi della serata. Farfugliai imbarazzata che era un profumo unisex, mentre Giovanni si avvicinò per brindare esclamando “Sarà che un po’ che non scopo ma già solo a sentire il profumo mi viene duro” disse portandosi la mano sugli slip bianchi che indossava sotto l’accappatoio. E se già averlo trovato in casa con l’accappatoio semi aperto che lasciava intravedere gli slip bianchi sulle sue cosce pelosissime mi aveva fatto andare il sangue al cervello, quel gesto mi fece ulteriormente salire la pressione. Cercai di non pensarci ma durante tutta la cena Gino e Giovanni non fecero altro che parlare di quanta voglia avevano, di quanto tempo era che non scopavano. I numerosi brindisi d’addio naturalmente contribuivano ad allentare ulteriormente i freni, con quei due maschioni che sprizzavano sesso da ogni poro ed io che cercavo disperatamente di non pensarci. Non capivo se avevo la mente annebbiata dai brindisi o dal desiderio, la troia che è in me avrebbe voluto gettarsi tra le braccia di quei due maschi ma riuscivo ancora a mantenere un briciolo di raziocinio. Finita la cena Giovanni si mise a sedere sul divano, con l’accappatoio semi aperto che lasciava uscire fuori la sua pancia pelosa sopra quegli slip bianchi che facevano ampiamente capire la sua dotazione. Gino, che indossava una canotta bianca e un paio di pantaloncini aderenti, si alzò per andare a prendere lo spumante, mettendo in evidenza la sua notevole eccitazione. “Vedo che sei ...
... proprio eccitato, tra un po’ strappi i pantaloncini” gli dissi quasi senza rendermene conto. “Lasciami stare che per come sto stasera mi accontenterei anche di un frocetto da sfondare” mi rispose d’istinto. Quelle parole e quella volgarità fiaccarono ulteriormente la mia già tenue resistenza, avevo assolutamente bisogno di fare la troia con quei due maschi ma avevo paura e non sapevo come fare la prima mossa. Fortunatamente ad aiutarmi fu il caso, Gino era di fronte a me, a pochi centimetri di distanza, e quando aprì la bottiglia di spumante involontariamente mi fece la doccia, bagnandomi soprattutto la giacca della tuta. “Toglitela che ti presto una maglia” mi disse Gino. Sapendo che sotto avevo la guepiere provai a dire che non faceva nulla ma non feci neppure in tempo a dire una parola che Gino già mi aveva tirato giù la lampo e mi aveva tolto la giacca della tuta, lasciandomi solamente con la guepiere. Gino mi guardò con espressione tra il sorpreso e lo schifato, gettò la giacca della tuta sul divano, vicino a Giovanni, con uno scatto mi tirò giù anche i pantaloni della tuta fino ai piedi, lasciandomi in perizoma e calze, e rivolgendosi all’amico disse “Guarda come va in giro sta troia,altro che brindisi e saluti questa voleva una bella razione di cazzo. Il mio, però, se lo può scordare”. Non mi ero mai sentita così umiliata e in imbarazzo, ero completamente nel pallone e non volevo fare altro che scappare al più presto, senza neppure pensare a ciò che stavo facendo mi ...