Il piacere di punire
Data: 18/04/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Philosm
Quale piacere punire la propria slave, quando in modo goffo e inadeguato, esegue degli ordini elementari, come versarmi da bere o semplicemente camminare con elegante civetteria.Come riuscire a portarla ad essere così imbranata è presto detto.L�ho sperimentato con una tipa conosciuta durante il mio peregrinare di luogo in luogo, per via del mio lavoro.Il segreto è farla stancare quel tanto che basta per portarla ad uno stato confusionale psicofisico, in modo tale che non riesca a ragionare, né abbia un controllo sul suo fisico. Se fossi stato a casa mia, con un po� di tempo a disposizione, l�avrei costretta a rimanere senza dormire per ventiquattro ore. Per esempio avrei legato le sue tette ad un gancio che pende dal soffitto, in modo tale da impedirle di appisolarsi. O meglio, l�avrei agganciata per gli anelli fissati nei capezzoli, o al piercing della lingua.Ma tant�è, mi sono proprio divertito.Evidentemente la mia frequentazione nei gruppi di discussione bdsm è servita a darmi una fama insperata e farmi riconoscere come master esperto.Fu così che la incontrai, mentre mi esibivo in una piazza; parlammo cinque minuti e le fissai appuntamento alla fine dello spettacolo alla pizzeria più vicina: io, come ogni attore, mangio dopo la mia performance.In questo periodo, purtroppo, non lavoro tutti i giorni, perciò ho potuto rivederla la mattina dopo. Nel pieno della stagione, invece, non posso permettermi distrazioni.Mentre mangiavo, saggiavo la sua disponibilità e il suo ...
... carattere. Lei prese solo una bibita: era l�una di notte.La mattina dopo andai a prenderla sotto casa sua. Un po� in ritardo rispetto all�orario stabilito: mi piace far aspettare, soprattutto una slave nell'attesa del suo padrone. Era vestita con una t-short e una gonna corta, senza calze, aveva delle scarpe col tacco, non alto, i capelli raccolti a coda di cavallo. Appena salita in macchina, mi feci indicare una stradina di campagna, poco frequentata, dove poter fare una passeggiata.Appena fummo sul posto, arrestai l�auto e la feci scendere. Presi uno zaino e la incaricai di trovarmi dei ciottoli abbastanza grossi, con i quali lo riempimmo. Glie lo caricai sulle spalle e risalii in macchina. Lei doveva camminare a fianco dell�auto, mentre io, seduto comodamente, procedevo ad andatura lenta, tenendole una mano. All�inizio spinsi l�acceleratore per costringerla ad una piccola corsa. Mi piaceva vederla ansimare accanto a me: il sudore le rigava il suo bel faccino.Ogni tanto, con gli occhi, cercava di farmi capire d�essere stanca: le sue calzature non erano certo le migliori per una sessione di footing. Dopo trecento metri circa, cadde: mi fermai subito. Ansimante, farfugliava un: �Basta��basta�. Io la rimisi in piedi e senza dirle una parola, rimontai in macchina e la costrinsi a continuare. Si sa che le slave sono abituate a mentire, anche a se stesse, riguardo ai propri limiti di sopportazione.Così feci altre due volte e altrettante volte si rimise a correre, magari un po� più ...