Camera d'albergo
Data: 18/04/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Sir_Robert
Una camera d'albergo, una doppia uso singola, una donna (Adriana), 45 anni, magra, alta circa 1,60, sui 45 kg, bionda mossa, capelli lunghi, il tatuaggio di una farfallina sulla parte destra del pube; lei è in attesa, ansiosa, una sottoveste nera, corta, appena sotto i glutei che non riesce a nascondere, tacchi alti, una benda nera sugli occhi e null'altro addosso. Ha l'ordine di restare con le spalle rivolte alla porta della camera e il viso verso la finestra chiusa; davanti a lei un lampada con una luce leggera le disegna il corpo in chiaroscuro.
Aspetta una telefonata che confermi che il suo Padrone-amante stà per arrivare, deve solo rispondere al telefono senza dire nulla, solo il numero della camera, si è preparata tutto il pomeriggio, profumata, trucco leggerissimo, quasi inesistente; il giorno prima, con tutta la cura possibile, si è fatta depilare dalla sua amica Francesca, completamente, anche e sopratutto la figa, come piace al suo padrone, si è messa l'olio profumato su tutto il corpo, piuttosto sulle labbra della vulva e sul buco del culo, per renderli più morbidi.
Il telefono squilla. "camera 114".
Lei ha già avuto ordini precisi, deve spegnere il telefono, poggiarlo sulla scrivania, andare a tentoni ad aprire la porta della camera, solo uno spiraglio, tanto da non farla chiudere, ritornare in posizione ad attendere, non deve fare null'altro, neanche quando la porta si aprirà, neanche se dovesse entrare qualcuno che non è il suo Padrone, deve solo ...
... restare ferma lì, immobile, anche nel caso in cui qualcuno che non conosce la tocchi o la usi, solo immobile.
Passa circa mezz'ora, lei freme, comincia ad avere paura di avere dato qualche informazione sbagliata al suo Padrone, sa che poi la punizione sarebbe tremenda e se lo meriterebbe; l'attesa inizia a farle stancare le gambe, tenute sempre leggermente divaricate, come da ordini; le gambe snelle sui tacchi alti iniziano a farle male, ma deve ubbidire, senza "se" o "ma", deve farlo, perchè è giusto così, perchè il suo Padrone vuole così, perchè lei vuole solo il piacere del suo Padrone.
Al suo pensiero inizia a bagnarsi la vulva, lei non può toccarsi, deve restare ferma, ma si bagna lo stesso solo pensando a lui, vorrebbe toccarsi, ma non può e non lo fa.
Ad un tratto sente la porta aprirsi, ha un lieve scatto, forse il timore che non sia lui, forse dato solo dall'attesa, non sa.
Con delicatezza la porta si richiude, anche se a lei sembra che sia rimasta aperta troppo a lungo per una sola persona, crede che siano entrate più persone, ma non può girarsi, non può muoversi, non deve, non vuole.
Passano alcuni minuti, sente lievi rumori, passi, leggeri, ma nessuno si avvicina; ad un tratto una mano calda, forte, l'accarezza sulle spalle, la riconosce, è la sua, quella del suo Padrone, ne sente il profumo, la delicatezza unita alla forza, lei ha un brivido sulla schiena che finisce alla figa, sempre più bagnata.
Lui le accarezza la schiena, dolcemente, tutta, ...