1. La Dottoressa Angela - Urinoterapia


    Data: 19/04/2018, Categorie: pissing, Autore: Angela Kavinsky

    La paziente che chiameremo Elena soffriva di un disturbo decisamente particolare. Sebbene quando mi chiamò per fissare l’appuntamento fu molto vaga sull’argomento, era chiaro che necessitava di parlare con me al più presto. “Jacob!” dissi chiamando il mio collaboratore personale. “Eccomi dottoressa” disse entrando dalla porta. “La signora Elena sarà qui a momenti. Ho già fissato gli appuntamenti per la prossima settimana e…” “Se una donna ti pisciasse in bocca, lo troveresti eccitante?”. Jacob sorrise. “Se lo facesse lei dottoressa? Certamente, anzi, se vuole…”. Scoppiai a ridere. “Ma che dici idiota?”. Jacob era non solo un valido impiegato e un fedele collaboratore; era anche un bel ragazzo di 35 anni e il mio schiavo personale. Il mio primo paziente in effetti, che avevo da subito sottomesso. Contavo di guarirlo attraverso pratiche di dominazione, seguendo un percorso specifico da me ideato. Lui aveva acconsentito e in effetti stava migliorando molto. Grazie a me, la sua padrona (per lui ero però ovviamente la “dottoressa”) la sua libido era calata, ed era diventato a me molto fedele, come un cagnolino. Quando fosse guarito del tutto, per costringerlo a rimanere, di certo gli avrei offerto un aumento. “Solo per questa stronzata che hai detto mi togli le Gucci dai piedi e succhi ogni singolo dito!”. La fissazione di Jacob erano i piedi, ma quello non era un problema; personalmente i feticisti dei piedi li trovo adorabili! Specialmente quando sborrano a baciarti i calli! ...
    ... Jacob adorava strusciare la sua gigantesca cappella sulla pianta del mio piedino e allora… DIN DON. “Vai ad aprire brutto coglione… Ma guarda, mi hai lasciato tutta la saliva sui piedi…” Jacob lasciò con dispiacere i miei piedini che avevo appoggiato sulla scrivania e, con un rigonfiamento comico in mezzo alle gambe, corse fuori dal mio ufficio, ad aprire alla signora. Lo trattavo male, era il mio ruolo, ma come al solito aveva fatto un ottimo lavoro. Le mie dita dei piedi erano pulitissime, anche in mezzo tra una e l’altra. Asciugai i piedi sul tappeto e mi rimisi le Gucci che mi erano state regalate da uno dei miei pazienti. Jacob bussò, e rientrò nel mio ufficio non più solo. “Dottoressa Kavinsky, la signorina Elena”. Mi alzai con i piedi ancora un po’ bagnati nelle scarpe. “Elena, prego, si accomodi. Grazie Jacob”. Elena si accomodò sulla poltroncina, evitando il lettino. Le feci capire che se voleva poteva sdraiarsi ma sorridendomi mi fece segno di no. Notai in lei una grande timidezza, forse patologica, e un grande imbarazzo. “Direi di iniziare a sciogliere un po’ il ghiaccio: quanti anni ha Elena?” “25…” “Vuole fare lei una domanda a me?” “Ok… Kavinsky… che strano nome!”. Sorrisi. “È polacco, anche se io sono nata e cresciuta in Svizzera… Ora tocca a me: è sposata? O fidanzata?” “fidanzata…” “Come va la relazione?”. Elena balbettò qualcosa, poi sorrise nervosamente. “Non bene direi…” “Perché? Avete litigato di recente o… se non vuole dirmelo lo capisco; sono fatti ...
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