1. "Dì loro grazie..."


    Data: 19/04/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: Antigone

    ... quasi sibilato, allora tacque sperando che presto si sarebbero voltati e sarebbero tornati a casa. All’improvviso Salvatore si sentì sfiorare sulla spalla e si voltò, cercando di dissimulare lo spavento; vide dietro di sé un ristretto gruppo di persone, uno di loro si fece avanti con un coltellino in mano e in un italiano stentato disse con tono minaccioso: “Cosa fare voi qua?”, il ragazzo rispose: “Scusate, non volevamo disturbare. Andiamo subito via, abbiamo fatto una stronzata, scusateci”, i due fidanzati cercarono di avanzare, ma furono fermati. “Tu dare tuoi soldi ed io lasciare andare”, Salvatore estrasse il portafoglio e gli diede i pochi contanti che aveva, ma nel frattempo un altro tipo prese Giovanna per il mento e disse: “Tu bella fica”, la ragazza si liberò con uno strattone dalla presa. A questo punto Salvatore, invece di preoccuparsi per la sua ragazza, prese in disparte l’uomo che li aveva “accolti” con il coltello e gli avanzò una proposta: “Ho notato che apprezzate molto la mia fidanzata. Se la lasciassi da voi per un’oretta? Sai, devo fare benzina, la lasciò con voi, così non rimane sola. Però, mi raccomando, non rovinatela troppo. Cercherò di essere qui prima della fine, non voglio perdermi uno spettacolo del genere”, l’uomo accennò solo un sì con la testa, sorridendo furtivamente. Salvatore passò vicino a Giovanna dicendole: “Amore, vado un attimo a fare benzina, ti lascio in compagnia di questi signori. Fai la brava, a tra poco”, la ragazza era ...
    ... sbigottita ed iniziò a piangere, uno del gruppo le rivolse la parola ridendo sguaiatamente. “Piangi tu, piangi tu! Puttana! Ahahahahaha!”. Un altro disse: “Che odore buono…” e le leccò via una lacrima, lei si scostò disgustata, un altro ancora: “Tu troia italiana. Secondo me brava a leccare” e le diede una pacca sopra la gonna, che risuonò tra quei ruderi. Giovanna continuò a piangere, finché l’uomo, con il quale il suo ragazzo si era messo d’accordo, le diede uno schiaffo in pieno volto, intimandole di tacere se non voleva che le facesse male seriamente ed aggiunse: “Inginocchiati”, lei lo fece senza fiatare e smise di singhiozzare. Le si fecero intorno quattro uomini, il primo si avvicinò al suo volto e si sbottonò il pantalone, che, per quanto poteva vedere alla flebile luce di un lampione distante, era lacero e sporco, le mise il cazzo, che non era ancora totalmente, duro davanti alla bocca, in tal modo poté sentire l’odore acre e penetrante che si portava addosso quest’uomo; le prese la testa e la spinse dicendo: “Suchia, vaca troia”, Giovanna cercò di liberarsi, ma ottenne solo uno schiaffo, l’uomo allora le chiuse il naso e così fu costretta ad aprire la bocca, ricevendo in bocca quel cazzo non troppo lungo ma nerboruto. Lei stava ferma e quell’essere iniziò a scoparle la bocca, lasciandole sulla lingua un sapore disgustoso, che le provocava non pochi conati di vomito, intanto i colpi si facevano sempre più violenti e profondi, tanto che sentì il cazzo in gola, ma quando l’uomo ...