1. Il Colloquio


    Data: 19/04/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: cep85

    Sentendo parlare in continuazione del caso Weinstein, degli abusi subiti da tutte quelle donne famose, sento che finalmente è arrivato anche per me il momento di raccontare a qualcuno quello che mi è successo tanti anni fa, trincerandomi però dietro l’anonimato offertomi da queste pagine.Ora riesco a ricordare quasi con distacco, la prima volta in cui mi toccò il sedere, quasi come se fosse un carezza, con un volto sornione e giocoso per non farmi sentire a disagio, mentre mi diceva “Ma che bel culetto, complimenti!”Forse è meglio cominciare dall’inizio, in modo da farvi capire perché non sono mai riuscita ad oppormi alle sue richieste ed alle sue imposizioni.Avevo 19 anni, appena raggiunta la maturità in Ragioneria riuscii ad ottenere un colloquio come segretaria in una fabbrichetta ben avviata; il proprietario ed amministratore unico era un amico di famiglia da tanti anni. Diverse volte mi era capitato di incontrarlo in giro per il paese quando uscivo con i miei genitori. Non aveva mai suscitato in me nessun interesse, era una delle tante comparse nella mia vita. Fu mia zia Anna ad organizzare il tutto, visto che lei lo conosceva molto bene a suo dire, e ad oggi mi chiedo cosa intendesse veramente. La mia cara zietta mi chiamò il giorno prima al telefono, quando era già stato tutto programmato da una settimana per consigliarmi su come prepararmi per quell’importante appuntamento di lavoro :”Domani mi raccomando Laura vestiti carina, mettiti una bella gonnellina e una ...
    ... camicetta, le scarpe alte e delle calze adatte. E truccati pure un po', se devi fare la segretaria è importante anche come ti presenti. Non farci fare brutte figure, stai tranquilla, rilassata e fai tutto quello che ti dice il Signor Massimo, e vedrai che andrà tutto bene.”Trovai strana ed un po' mi mise a disagio quella telefonata, non ne capivo la necessità, non mi sembrava una cosa complicata superare questo colloquio proprio perché organizzato dai miei familiari; anche la nottata fu alquanto turbolenta, non riposai affatto bene con quei pensieri per la testa.Quella mattina mi alzai presto, mi feci la doccia e mi vestii seguendo le indicazioni di mia zia: misi una gonna attillata sopra il ginocchio che seguiva e metteva in risalto le curve dei mie fianchi burrosi e del mio sedere a bauletto, delle belle calze nere autoreggenti con delle adorabili scarpe con tacco alto che slanciavano ancora di più il mio metro e settanta di altezza. Come camicetta scelsi quella comprata un mese prima per l’orale della maturità, di un rosa tenue e delicato che si adagiava dolcemente sulla mia terza di seno. Guardandomi allo specchio mi innamorai, mi trovai bellissima e le incertezze della notte svanirono. Mi affacciai dalla porta della cameretta e chiamai prima mamma e poi papà, solo quando non li sentii rispondere avendo così la certezza che erano usciti per andare a lavoro mi truccai ed uscii di casa; non volevo che mi vedessero così sexy e agghindata, conoscendoli mi avrebbero rimproverata, e ...
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