1. Il Colloquio


    Data: 19/04/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: cep85

    ... col senno di poi avrebbero avuto ragione. Arrivata con qualche minuto di anticipo, trovai agilmente gli uffici e mi fermai davanti la segretaria del Signor Massimo. Avrei voluto chiederle se dovevo prendere il suo posto, ma chiaramente non lo feci, aspettai pochi minuti e mi fece entrare mentre lei rimase sulla porta che chiuse appena fui entrata.Massimo mi venne incontro sorridente, un uomo sui cinquanta, un po' in sovrappeso, ben vestito ma non per questo elegante, un uomo normale lo definirei. Appena fummo vicini gli tesi la mano, ma lui la ignorò abbracciandomi, mi strinse forte cingendomi con le sue braccia all’altezza delle scapole e dei lombi, sentii i miei seni schiacciati sul suo petto, e mentre mi baciava le guancie un senso di disagio si impossessò di me, e la sicurezza provata davanti lo specchio qualche ora mi abbandonò quando mi specchiai nel suo sguardo, infatti terminato quell’abbraccio per me fuori luogo, da breve distanza mi squadrò più volte dall’alto in basso, mentre faceva una faccia stupefatta. A quel punto si spostò di lato cedendomi il passo verso la scrivania, mi incamminai e percepii il suo sguardo su di me mentre mi fissava il sedere, mi sentii nuda, esposta, a disagio e perciò incespicai come se non fossi abituata a camminare su dei tacchi così alti: prontamente arrivò in mio soccorso, mettendomi le mani sui fianchi e cingendo le sue dita attorno al mio bacino mi sentii come un oggetto di cui poteva disporre pienamente, e come un pacco da lui ...
    ... trasportato mi depositò sulla sedia riservata ai visitatori del suo ufficio. A quel punto si mise davanti a me appoggiandosi sulla sua imponente scrivania, non ricordo cosa mi disse in quel momento, ero completamente frastornata, mi sentivo sovrastata da lui per la sua vicinanza e per tutto quello che era appena successo. Mi risvegliai da quel torpore solo quando mi mise la mano destra sul ginocchio mentre tenevo le gambe accavallate, quando infilò la punta delle dita sotto la falda della gonna. Leggendo lo spaesamento che mi dominava sul volto si andò sedere alla sua poltrona e mi disse di mettermi al suo fianco per mostrarmi qualcosa, ma ero ancora così confusa che non ricordo le sue parole, ricordo solo che ubbidii come un automa. Nel poggiare le mani sulla scrivania feci cadere una penna, molto bella e d’istinto mi chinai a raccoglierla, ma non lo feci come al solito flettendo le ginocchia, ma piegai completamente la schiena, come si suol dire mi misi a novanta gradi, in questo modo gli misi il mio seder proprio davanti agli occhi e una volta raccolta la penna gliela porsi senza rialzarmi semplicemente guardandolo, fisso in volto; fu a quel punto che toccandomi il culo mi disse: “Ma che bel culetto, complimenti!”Ed io come una stupida, non seppi fare altro che dirgli: “Grazie”, con un bel sorriso stampato in volto. Mi tirai su e mentre mi spiegava come sarebbe stato il mio lavoro mantenne la sua mano sul mio culo, per tutto il tempo. La tolse solo quando bussò la segretaria, ...