1. Una h


    Data: 26/04/2018, Categorie: Etero Autore: giullorenzo

    Una H
    
    Non so che voce hai, e la voce è importante. Questo pensiero mi è venuto mentre controllavo in cucina, per non trovarmi poi senza zucchero o senza caffè: il caffè risolve tanti imbarazzi, aiuta a prender tempo se qualcosa non va per esempio, e è un piacevole dopo se le cose filano lisce.
    
    Ma la voce è importante, non so perché mi era sfuggita: una voce che ride mette gioia e ti fa venir voglia di giocare, una voce profonda regala pensieri trasgressivi, una voce stridula col volume troppo alto suggerisce isteria, scatti di nervi, e fa sempre paura.
    
    Stanotte però alla voce non avevo davvero pensato. Due ore ho impiegato a riuscire a dormire. Immaginavo tette di cento tipi diversi, mi allenavo a iniziare a baciarle a seconda della forma. Alte, piccole e a punta: da succhiare piano piano, come chicchi d’uva, mettendo gocce di saliva sulla punta dei capezzoli per poi portarli via. Basse, staccate e grandi: da immergerci il viso leccandone una con la lingua come grossi gelati mentre stringi l’altra con la mano e la palpi con gusto. O ancora…
    
    E qui ho pensato ai tuoi fianchi, li ho visti larghi e femminili, da accarezzare con tutte due le mani baciandoti la schiena e le spalle, poi da stringere forte mentre ti entro dentro, per sentire che sei mia.
    
    Poi i capelli, il colore degli occhi, la biancheria, e persino il tuo sapore laggiù… ma la voce no, mi è sfuggito del tutto il pensiero stanotte. Sarà forse perché il sonno è arrivato proprio quando la voce si sarebbe ...
    ... affacciata.
    
    C’è il caffè, e c’è anche lo zucchero, quello normale e quello di canna. Bene, dovesse andar male vedrai almeno che sono uno ordinato e carino, che ci tiene alle cose.
    
    Ho fatto il letto, ho cambiato i lenzuoli, ho messo due preservativi nel cassetto del comodino e ho aperto la finestra sul giardino per l’odore di fumo. Perché è dalle sei che son sveglio e ho fumato tantissimo.
    
    Chissà poi perché una sconosciuta mi eccita così senza averla mai vista, sarà proprio per quello magari. Chissà perché mi mette persino un bel po’ di paura. Penso a questo mentre vado in giardino a spazzare le foglie; sono carino e ordinato, non ci piove.
    
    Forse è proprio perché non c’è mai stato un prima che mi tremano appena le mani e mi vien da pensare se mi si drizzerà, e se avessi comprato qualcosa ora certo starei qua più tranquillo. Si, con un prima è più facile, quattro passi nel parco per conoscerci almeno un pochino, o due chiacchiere al bar, il famoso caffè che si propone sempre nei messaggi via chat. Ma non è così forte e eccitante, come questo vedersi soltanto per farlo, senza neanche una traccia ognuno dell’altro.
    
    Forse ho solo la paura che tu poi non mi piaccia, che te lo dovrò dire inventando qualcosa perché sia meno freddo e cattivo; beh, un caffè mi darà almeno un attimo per pensarci su; o ho paura di deluderti io, e che allora tu trovi una scusa per rinviare la cosa e sparire, ricordandomi quanto anch’io sia invecchiato, decaduto, finito. Lì il caffè sarà un ...
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