1. Nei cessi dell'autogrill


    Data: 28/04/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: IlBaroneRosso, Fonte: Annunci69

    ... mentre mangia un cornetto e pensa al suo maritino in ufficio.
    
    Ma cosa ci fa un distinto commercialista sciupafemmine, nei cessi dell’autogrill, vicino a uno col cazzo fuori che si sta segando?
    
    Ma mentre una parte di me pensa queste cose e guarda, con disgusto quasi, ‘sto ragazzotto, probabilmente un camionista rumeno o croato, con i pantaloni e le mutande calate, il cazzo duro in mano, l’altro me stesso, forse intimidito, forse incuriosito, forse più ricchione del previsto, o forse tutte le cose insieme, resta lì, anzi si avvicina, anzi glielo tocca.
    
    Non so cosa mi è successo, mi sono ritrovato in mano questo cazzo duro del tizio, e lo menavo, lo menavo con cura, e a lui piaceva come glielo toccavo. E io, senza volontà autonoma, come un automa facevo quello che mi diceva lui e gli lasciavo fare, quello che voleva fare lui.
    
    Mi ha detto qualcosa, le sue parole non le ho capite, ma il gesto della sua mano, ad abbassarmi la testa, a spingerla in basso, non aveva bisogno di traduzioni. Voleva che glielo prendessi in bocca.
    
    Cercai di fare come fa Elisabetta, la mia amica vicentina, quando me lo prende in bocca. Sentivo in bocca un odore di sporco, di urina, anche di altro, ma la cosa non mi disturbava, pensavo che fosse un qualcosa di naturale, e intanto mi applicavo, aprendo bene, così mi entrava tutto, fino a farmi venire conati di vomito quasi, mentre lui spingeva con forza, la mia testa verso il suo cazzo, e il suo cazzo nella mia bocca.
    
    E gli ho fatto ...
    ... anche tutte le altre specialità di Elisabetta, la punta della lingua sul buchino della cappella, le leccate lungo l’asta, i testicoli quasi in bocca, per rituffarmi subito dopo sulla cappella e ciucciarla dalla punta in avanti, mentre dolcemente lo facevo entrare tutto fino in fondo alla gola.
    
    Intanto lui mi toccava dietro e quando si è scostato, per un attimo solo, giusto il tempo di slacciarmi i pantaloni, tirarmi già anche le mutande, e spingermi dentro il camerino vicino, e quando ha chiuso la porta dietro di sé, e la sua mano mi toccava il culo, ci sputava sopra e mi bagnava il buco, non ho avuto più dubbi, voleva incularmi.
    
    Continuavo a succhiargli il cazzo, mi piaceva anche, fargli quel pompino, mi stavo eccitando, ma sapevo che avrei dovuto darglielo, il culo, mi sembrava proprio inevitabile. E infatti mi ha girato, io ho appoggiato le mani al coperchio del water e lui, prima me l’ha fatto sentire contro, e per prendere la mira bene con le dita cercava il buco, poi me l’ha spinto dentro piano piano ed alla fine ha cominciato a fottere senza ritegno, tenendomi i fianchi con le mani e tirandomeli contro mentre spingeva il suo cazzo dentro di me.
    
    Male? Certo, un male cane, all’inizio. Ma abbassandomi più che potevo, allargando le chiappe, il dolore diventava sopportabile e alla fine, mentre usciva quasi tutto dal culo, io desideravo quasi che rientrasse con forza subito, lo volevo dentro. Insomma alla fine mi piaceva e i miei “sì” quando lo spingeva dentro erano ...