A caccia - capitolo 1 - l'acquisizione della preda
Data: 02/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: anonimo21
Ciao a tutti sono Mario, un ragazzo universitario di 23 anni, 165 cm x 60 kg, fisico tonico, mediamente peloso, occhi e capelli scuri.
Sono un ragazzo normale che trascorre le sue giornate tra università, amici e palestra.
Sono segretamente gay (nel senso che ancora non lo sa quasi nessuno; sto cercando il coraggio di fare comune out). Questa mia condizione mi porta a non frequentare locali gay per paura di essere riconosciuto e non uso neanche app come grindr o Romeo perché, pur avendole provate, non fanno per me. Ciò non perché io sia un santo o perché non mi piaccia scopare (anzi se mi ci metto sono un vero porcello) ma semplicemente non mi incuriosisce quel tipo di approccio facile e scontato. Io sono un "cacciatore": credo che ciò che precede la scopata sia ancora meglio della scopata stessa. Gli sguardi furtivi e quelli più espliciti e maliziosi, quelle frasi che potrebbero sembrare banali a primo sguardo ma ti lasciano in un certo senso spiazzato. Ecco... io sono un cacciatore e la città è il mio territorio di caccia.
Nei rapporti sono prevalentemente passivo, non perché non mi piaccia fare l'attivo, ma perché quasi sempre le mie prede sono rappresentati da uomini molto più grossi di me e i ruoli sembrano quasi stabilirsi naturalmente.
La mia storia, per essere compresa, necessita di una premessa.
Abito in città per via dell'università ma sono originario di un piccolo paesino; ciò mi ha costretto a dover affittare una stanza in un appartamento condiviso ...
... con altri universitari. Ho trovato un appartamento in uno stabile molto accogliente in cui si trova un ampio cortile centrale circondato da 5 scale e altrettanti palazzi appartenenti allo stesso stabile e aventi tutti la medesima uscita sulla strada tramite un grande cancello di metallo.
Questo cancello si apre elettricamente tramite un pulsante che si trova accanto alla portineria. Vi starete chiedendo perché vi racconto tutto questo.... State tranquilli e tenete a bada gli ormoni per un attimo ancora perché questa premessa è importante ai fini della storia.
Un giorno, circa una settimana dopo il mio trasloco in questo appartamento, stavo uscendo di casa. Non avevo ancora automatizzato il gesto di aprire il cancello 10 metri prima di arrivarci e così, spesso, mi ritrovavo a dover prendere le chiavi per aprirlo tramite la serratura. Anche quel giorno avevo dimenticato di premere il bottone e, arrivato davanti al cancello, ho dovuto togliere lo zaino dalle spalle per cercare le chiavi. Quello zaino era un macello! Libri, penne, quaderni, fazzoletti, una merenda, il portafogli, tutto buttato a casaccio perché quella mattina mi ero addormentato e mi ero dovuto preparare in fretta e furia. Lo so, sarei potuto tornare indietro e premere il pulsante ma alle 7.15 di mattina, con la mente ancora sotto le coperte, non sono proprio un genio. Mentre ero ancora intento a cercare quelle dannate chiavi sento la serratura del cancello davanti a me aprirsi. Qualcun altro stava uscendo ...