1. Il progetto galeotto


    Data: 03/05/2018, Categorie: Etero Autore: amolafi

    ... un abito, per me, bellissimo, penso che il modello si chiamasse "robe manteaux" era un abito molto accollato, allacciato davanti con una doppia fila di bottoni come fosse un soprabito, di un'aderenza che le valorizzava molto le sue belle forme da figona. Le feci subito i miei complimenti e lei ne fu evidentemente felice.
    
    Quando si sedette di fianco a me venne fuori il "difetto" dell'abito. La parte bassa, senza bottoni, sedendosi si aprì e i miei occhi andarono subito al triangolino bianco delle mutande e all'interno coscia. Avrei voluto fare finta di niente ma dopo qualche decina di minuti di quella vista qualcosa dal basso mi si stava muovendo e io ascoltai il suo richiamo. Posai la matita e mi girai verso di lei mettendole una mano sulla spalla, Marella pensò che volessi palparle le tette e finse di ritrarsi ma la tranquillizzai:
    
    "Non voglio palparti le tette, voglio solo dirti che anche se siamo qui per lavorare e siamo amici, certe cose mi agitano e non riesco più a concentrarmi."
    
    Mi rispose che non capive cosa volessi dire e,visto che non capiva, le misi una mano in mezzo alle gambe e cominciai a spingere per entrare con le dita tra le sue cosce che si erano strette e resistetti quando cercò di allontanarmi la mano. La tirai a me e cercai di baciarla ma si ritrasse e io cominciai a baciarla sul collo e sull'orecchio. Tentò un'ultima difesa dicendomi che poteva entrare qualcuno e io mi alzai e diedi un giro di chiave alla serratura per poi tornare da lei che era ...
    ... rimasta immobile con le mani serrate intorno ai braccioli della poltroncina. Le presi il viso tra le mani e posai la mia bocca sulla sua spingendo con la lingua fino a quando sentii la sua che accettava il mio bacio. Le sbottonai il vestito aprendolo e rimase in mutandine e reggiseno che abbassai tirandole fuori le tette e cominciando a baciarle e succhiarle. Le sfilai le mutandine e mi inginocchiai sollevandole le gambe in posizione ginecologica e comincia a leccarla e a giocare con il clitoride con la punta della lingua. Sentivo il suo respiro accelerato dal piacere e con la lingua insistetti sull'apertura come a penetrarla.
    
    Mi alzai e aprii la patta tirando fuori il cazzo ormai duro come un pezzo di legno e dolcemente, con la mano dietro la nuca, la tirai verso me mettendoglielo in bocca. Cominciò a pompare avanti e indietro, era bravissima e sarei rimasto in quella posizione tutta la mattinata ma pensai che, dopotutto, eravamo in ufficio e la feci sedere a mezza chiappa sul bordo del tavolo e glie lo misi dentro cominciando a pompare mentre lei si abbandonava all'indietro appoggiandosi ai faldoni come fossero cuscini
    
    Venne quasi subito e io con lei.
    
    Ci pulimmo e dopo esserci risistemati andammo a prendere un caffè del distributore prima di ricominciare il lavoro.
    
    Nei mesi che restarono non rischiammo più di farlo in ufficio, solo qualche volta, quando andavamo in archivio negli scantinati glie lo facevo prendere in bocca ma era solo per aumentare il desiderio ...