1. Nel parcheggio della discoteca.


    Data: 04/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: passivellobello

    Le serate con gli amici, quelli veri, sono le più belle. Una cenetta spensierata, una birra, chiacchiere, pettegolezzi e risate.
    
    Quel sabato sicuramente andò in maniera alternativa.
    
    Io e Laura, lei in bolletta e abbandonata dal suo moroso storico, io in lenta ripresa da una vecchia situazione lavorativa.
    
    La chiamo -《Ragazza stasera siamo solo noi due, facciamo una serata trasgressiva?
    
    Localino gay a Milano? 》-
    
    Il suo benestare e la volontà di non bere mi rassicurò, portando lei la macchina, avrei potuto bere un bicchiere in più.
    
    Lista, partenza, imbocco della tangenziale e arrivo, dopo circa trenta minuti, davanti alla discoteca.
    
    Lo storico locale milanese, presentava una fila da paura. La mia compagna di avventure ebbe un'idea: perché non andare a comprare due birre, per temporeggiare, al furgoncino che fa i panini?
    
    Ottimo, tenni il posto, se non fu per il fatto, che si presentò con quattro birre.
    
    Devo riconoscere che, fra una sigaretta e un sorso, quelle bevande alcoliche andarono giù proprio bene. Tutto sommato fui un pochino preoccupato, invitai la mia amica a non bere più, per poter tornare a casa senza problemi. Nel mio corpo invece la temperatura saliva a dismisura, poco cibo in corpo e mezzo litro di birra, permisero l'ingresso nel locale traballante.
    
    Festa, musica e tanti corteggiatori interessati a me... ottimo! Gente, gente e ancora gente e nel girarmi non vidi più Laura. Pace, ci ritroveremo. Ballai un po, ubriachissimo ma ...
    ... disinvolto, con la voglia di cazzo alle stelle. Nella calca un ragazzotto sardo, di ventidue anni, mi acchiappò e iniziò a slinguarmi.
    
    Bhe, non dissi certo di no. Una limonata dura, che vide ben presto la sua mano scendere e dai pantaloni, accarezzarmi con un dito il buchino.
    
    Lo invitai a uscire, le checche milanesi sono tremende, non avrei voluto dare spettacolo. Avrebbero potuto chiamarmi o soprannominarmi che ne so, "ditalino" o peggio ancora, "dito in culo".
    
    Ci recammo fuori. Accesi una sigaretta e nel rialzare il viso incrociai Laura.
    
    Era concia come San Lazzaro. Urlava e con un bicchiere in mano, rovesciando parte del super alcolico, faceva la gallinella con un moretto dagli occhi celesti.
    
    Avvicinandomi mi rassicurò, dicendomi che fra un'oretta sarebbe passato tutto.
    
    Rientrai nel locale con il mio uomo, lingua in bocca e cazzi in tiro. Lui abbassò la sua mano, tastandomi l'uccello. Capii ci fosse qualcosa di strano e avvicinando la bocca al mio orecchio, disse che mi stava vibrando il telefono.
    
    Lessi i messaggi. La mia amica, troppo ubriaca, aveva vomitato nel locale e un buttafuori l'aveva accompagnata all'uscita.
    
    Ecco, scopata persa.
    
    Saluti e baci, scappando all'esterno la vidi riversa e piena di vomito nella povera macchina del suo compagno occasionale.
    
    Era k.o.
    
    Io sempre mal messo e gonfio come un tacchino, mi reggevo a malapena. Ok la prendo, la trascino alla macchina e aspetto. Una volta appoggiata sul seggiolino si assopì in un sonno ...
«123»