1. La finestra - terza parte


    Data: 08/05/2018, Categorie: Etero Autore: Calicanto165

    L' onda anomala
    
    Con la mano libera accarezzo lo slip, oh sì, eccola! Individuo e seguo le tue forme: la rotondità dei testicoli, il cazzo turgido che sembra voler toccare il soffitto. Faccio scivolare un dito lungo l' asta e li abbasso. Tu divarichi leggermente le gambe come per agevolarmi e gli slip rimangono tesi all' altezza delle tue ginocchia. Sento profumo di cazzo. Il tuo profuma in modo del tutto particolare, ho imparato a riconoscerlo in tutte le sue fragranze. Sono una inconsapevole feticista.
    
    Mi inginocchio dietro di te, eseguo un rito marinaro, quasi vichingo, sarò la tua polena nel mare aperto dove mi hai condotto. Ti lecco e bacio i glutei, li mordicchio mentre afferro il tuo membro con decisione e dolcezza. Sebbene ancora dietro di te, con il tuo cazzo in mano, sono diventata la prua della nostra nave, posso dirigerla dove voglio in questo movimento ondulatorio e scelgo io.rotta e velocità da tenere. Ho appena avuto un orgasmo fuori dal comune eppure la mia perversione non si è affievolita perché decisamente nutrita da questo potere che mi hai concesso e che continuo a prendermi. La mano, ora, diventa la mia fica per te. Ti vedo ancheggiare nell' anello che ho creato con le dita: "mi stai scopando la mano o ti sto facendo una sega?".
    
    Il cazzo scorre senza difficoltà tra le dita ancora umide della mia saliva e goduta di pochi istanti prima.
    
    Osservi il nulla fuori dalla finestra; come la vedetta di Cristoforo Colombo cerchi la tua terra ...
    ... inesplorata, perché non vuoi disperdere il seme in mare, aspettando di urlarlo al resto dell' equipaggio. Leggo nei tuoi pensieri, sto imparando a conoscere il tuo godere sempre avvincente ai miei occhi. Sono perversa e oscena nell' essere consapevole che potresti schizzare lontanissimo sulla testa di un passante innocente.
    
    Gli angoli della mia bocca si sollevano divertiti: nella mia lucidità riacquistata, mi accorgo che non stai considerando che la finestra è chiusa e c'è il vetro davanti a te. Stai perdendo completamente il senno tra le mie mani, come non potrebbe essere altrimenti? Ne sono entusiasta, ma ancora non puoi sborrare liberamente perché c'è una condizione, una gerarchia da rispettare. Ti ho guidato fino a qui, in.questo stretto canale dove la nostra nave deve passare e io mi sento il capitano. Devo scendere da te, il mio sottoposto di cui non posso fare a meno per sporgerci insieme a prua per osservare dove ci siamo infilati.
    
    Il tuo nettare è mio e non va sprecato nel nulla e tu sei sempre il mio marinaio in.astinenza.
    
    "Girati, voglio guardarti.". Le mie parole non sono più un ordine, ma un invito, quasi una supplica di chi merita un premio per aver creato una immagine plastica di noi.
    
    La luce della luna proietta la tua ombra sul pavimento, afferro la tua verga e mi abbasso, non in ginocchio, ma divaricando le gambe e sollevando i talloni in un.equilibrio precario...la sento pulsare nella mano in attesa. Le attese modificano sempre quello che è un equilibrio ...
«12»